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254 voi, eleggendo innanzi la morie che offendere il suo Creatore, o tenere T occhio che sia offeso da’sudditi vostri. All’altra dico, quando io vi dissi che v’affaticaste nella Chiesa santa, non intesi, nè non dico solamente delle fatiche che voi pigliate sopra le cose temporali; poniamo che sia bene, ma principalmente vi dovete affaticare insiememente col padre santo, e farvi ciò che voi potete in trarre li lupi e li demonj incarnati dei pastori che a veruna cosa attendono, se non in mangiare, ed in belli palazzi, ed in grossi cavalli. Oimè, che quello che acquistò Cristo in su il legno della croce, si spende con le meretrici. Pregovi, che se ne doveste morire, che voi ne diciate al santo padre che ponga remedio a tante iniquitadi, e quando verrà il tempo di fare li pastori e’ cardinali (C). che non si faccino per lusinghe, nè per denari, nè per simonia, ma pregatelo quanto potete, che elli attenda e miri se trova la virtù e la buona e santa fama neH’uomo, e non miri più a gentile che a mercenajo; perocché la virtù è quella cosa che fa l’uomo gentile e piacevole a Dio, e questa è quella dolce fatica, padre, che io vi prego e pregai che voi pigliate. E poniamo chele altre fatiche siano buone, questa è quella fatica che è ottima. Altro per ora non dico. Perdonale alla mia presunzione: raccomandomivi cento migliaja di volte in Cristo Jesù. Slianvi a mente li fatti di messer Antonio, e se vedete costà l’arcivescovo (D) sì me gli raccomandate quanto più potete. Permanete nella santa,

dolce dilezione di Dio. Jesù dolce. Jesù amore.