Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 1.djvu/277


239

alla quale fu manifestato quanto era piacevole a lui questo servizio; e questo dico, acciocché siate inanimato a sostenere fatica per lei. Avendo una volta, fra l’altre, questa serva di D.o, secondo che io intesi, grandissimo desiderio di ponere il sangue e (a vita, e tutte l’interiora sue destruggere e consumare nella sposa di Cristo, cioè la santa Chiesa, levato lo occhio dell’ intelletto suo a cognoscere sè medesima non essere per sè, ed a cognoscere la bontà di Dio in sè, cioè, vedere che Dio per amore le aveva dato l’essere, e tutte le grazie e li doni che erano posti sopra Tessere; onde vedendo e gustando tanto amore ed abisso di carità, non vedeva in che modo potesse rispondere a Dio, se non che amore: ma perchè utilità a lui non poteva fare, non gli poteva dimostrare T amore; e però si dava a vedere e cognoscere se trovava d’amare alcuno mezzo per lui, per cui manifestasse l’amore, onde ella vedeva che Dio sommamente amava la sua creatura che ha in sè ragione, e quello amore che ella trovava in sè, quello trovava in tutti, perocché tutti siamo amati da Dio, e questo era quello mezzo che ella trovava, che manifestava, se ella amava Dio o no, in cui ella poteva fare utilità. Onde ella allora si lèvava ardentemente nella carità del prossimo, e concepeva tanto amore alia salute loro, cli

volentieri arebbe data la vita per la salute loro: sicché dunque, quella utilità che non poteva fare a Dio, desiderava di fare al prossimo suo; e poiché ebbe veduto e gustato, che li conveniva rispondere col mezzo del prossimo, e così renderli amore per amore, siccome Dio col mezzo del Verbo del suo Figliuolo ci ha manifestato T amore e la misericordia sua, così vedendo, che col mezzo del desiderio della salute dell’anime, dando l’onore a Dio e la fatica al prossimo si piaceva a Dio,.guardava iu che giardino, e in su che mensa si gustava il prossimo.


Allora manifestava il nostro Salvadore, dicendole; Dilettissima figliuola, nel giardino della Sposa mia tei