Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 1.djvu/271


233

233 medesimo, cognoscendo voi non essere, troverete Tessere vostro dato a voi con tanto fuoco d’amore. Dico che il cuore e l’affetto vostro non potrà tenersi, che non si spasmi per amore: non ci potrà vivere amore proprio, non cercherà sè per sè per propria sua utilità, ma cercherà sè per onore di Dio. nè’l prossimo per sè, per utilità propria; ma amarallo, e desidererà la salute sna per loda e gloria del nome di Dio; perchè vede che Dio sommamente ama la creatura; e questa è la cagione che subito li servi di Dio amano tanto la creatura, perocché veggono sommamente che l’ama H Creatore, e la condizione dell’amore, è d’amare quello che ama colui che io amo; dicono, che 11011 amano Dio per sè, ma amanlo in quanto è somma ed eterna Bontà degno d’essere amato. Veramente, padre, che costoro hanno messo a uscita la vita, perchè non pensano di loro più, e^li non vogliono altro che pene, strazj, tormenti e villanie, eli» hanno in dispregio tutti li tormenti del mondo, tanto è maggiore la croce e pena che portano di vedere l’offesa ed il vituperio di Dio, e la dannazione delle creature, ed è sì grande questa pena, che dimenticano il sentimento della \ita propria, e non tanto che fuggano le pene, ma essi se ne dilettano e vannole cercando. Accoidansi con quello dolce innamorato di Faulo, che si gloriava nelle tribulazioni per l’amore di Cristo crocifisso. Or questo dolce banditore voglio e pregovi che seguitiate.

II. 0 imè, oimè, disavventurata l’anima mia, aprite l’occhio e raguardate la perversità della morte, che è venuta nel mondo, e singularmente nel corpo della santa Chiesa. Oimè, scoppi il cuore e l’anima vostra a vedere tante offese di Dìo. Vedete, padre, die’i lupo infernale ne porta la creatura, le pecorelle che si pascono nel giardino della santa Chiesa, e non si t^ova chi si muova a trargliele di bocca. Li pastori dormono nell’amore proprio di loro medesimi in una cupidità ed, immondizia (/?) -: sono sì ebbrj di super-