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222 uhi ino che la sete corporale ci fosse grande per la molta fatica, era nondimeno maggiore la sete della nostra salute. Oimè, oimè, non si trova chi ti die’ bere altro che amaritudine di molte iniquitadi: ma darli bere con una libera voluntà, con puro ed amoroso affetto, questo in pochi si trova. Pregovi dunque, dolcissimo, carissimo e venerabile padre mio, che vi leviate su dal sonno della negligenzia, perocché non è tempo più da dormire, perocché il sole si comincia già a levare, e dateli bere, poiché tanto dolcemente ve ne dimanda. E se mi diceste, figliuola mia, io non ho che darli, già v’ho detto che io desidero e voglio, che siate confitto e chiavellato in croce, dove noi troviamo l’Agnello svenato, che da ogni parte versa, il quale s’è fatto a noi botte, vino e cellerajo; così vediamo noi, perocché quella umanità è quella botte che velò la natura’ divina: il cellerajo fuoco

mani di Spirito Santo, spillò quella botte in su il legno della santissima croce. Questa sapienzia, parola incarnata, e vino dolcissimo, ingannò e vinse la malizia del dimonio, perocché elli il prese con l’amo della nostra umanità. Adunque non possiamo dire, che non abbiamo che darli, ma dobbiamo togliere il vino dell’assetato ed ineffabile desiderio che egli ha della salute nostra, e questo darli col mezzo del prossimo nostro.


Voi dunque, come padre, vero, prego che poniate la vita per li sudditi

per le pecorelle vostre.: aprite rocchio dell’intelletto, e raguardate la fame che Dio ha del.cibo dell’anime, ed allora s’empirà l’anima vostra del fuoco del santo desiderio, intanto che mille volle, se fosse possibile, darete la vita per loro. Siate, siate gustatore dell’anime, perocché questo è il cibo che Dio richiede: ed io prego la somma eterna Verità,, che mi conceda grazia e misericordia, che io veda per 1’ onore di Dio e per lo santo cibo, isvenare ed aprire il corpo nostro, siccome egli è aperto per noi, ed allora sarà beala l’anima vostra, venerabile e dolcissimo Padre. »