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medesimo affare, e dice la santa di scriverne a qnesto arcivescovo.
Non fu egli però portalo ad allro beneficio, ma sì rimase al governo di sna religione intino all’anno i38o, in cui tenendosi egli a parte clementina, fn deposto dal generalato, e gli venne sostituito il beato Raimondo da Capua, confessore di santa Caterina, ritenendo però frate Elia P ufficio per quei reami che contrariavano Urbano, e mancò di vita Panno i3yo.
(E) Io n’ho scritto al padre santo. Veggasi la prima delle lettere a Gregorio XI, e la quarantesima a Nicolò da Osimo.
(F) Con messere Nicola da Osino. Di questo s* favellerà nelle noie alla lettera 39 e 40.
(G) (Jie frate Raimondo vi venisse. Ne andò indi a poco il beato Raimondo a corte, come altrove si avvertirà.
(FI\ Ser Gerardo Konconfi. Questi fu uno de’discepoli della santa, di nazione pisano, e di qoei che co’fratelli Tomaso e Francesco le tennero compagnia nel viaggio che fece di Toscana in Avignone.
(/) La madre mia. Lipa Piagenti madre della santa, di cui a disteso favellasi nell’aggiunta alla leggeuda della santa.