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203 cioè che tu odi quelle cose che sono in Dio, ed ami la tua sensualità che sempre ribella a lui, perchè il dimoiiio vogli fare questo, non potrà, se la mano forte della voluntà 11011 gli’l porge, ma se gli’l desse col suo medesimo l’uccidercbbe. Dunque è da vedere. quanto sarebbe spiacevole a Dio e danno a *noi; che sapete, padre, perchè voi sete pastore, non sarebbe pur danno a voi, ma a tutti li sudditi vostri, ed ogni operazione che aveste a lare per voi e per la dolce sposa di Cristo la Scinta Chiesa, questo sarebbe impedimento.
‘ II. Su dunquef non più dormite; rizzisi I gonfalone della santissima croce: riguardiamo l’AgnelIo aperto per noi, che da ogni parte del corpo suo versa sangue.
0 Jesù dolce, chi t’ha premuto, che ih tanta abbondanza ne versi? Rispondi l’amore di noi e l’odio del peccato’, elli ci ha dato sangue intriso col, fuoco della sua carità. Or a questo arbore ci appoggiamo, e con esso andiamo per la via sua delta: bene abbiamo materia di’ godere, perocché ogni nostro nemico è diventato debile ed infermo, per questo dolce Figliuolo di Maria unigenito Figliuolo di Dio; il dimonio è indebilito, che non può tenere più la signoria dell’uomo, perduta l’ha la carne nostra, che’l Figliuolo di Dio P1 ese di noi, è flagellala con obbrobrj, strazj, * scherni, ed improperj. onde l’anima, quando riguarda la carne sua, debba subito pèrdere ed allentare la sua ribellione.
Le lode degli uomini, o ìoro ingiurie che ci facessero, ogni cosa verrà meno, ponendosi innanzi il dolce Jesu, che non lasciò nè per ingiuria che gli fosse I j tta, ne per nostra ingratitudine, nè per lusinghe che non compisse 1’ obbedienzia per onore del padre e per salute nostra; sicché l’onore del mondo s’atterrava col desiderio e con l’amore dell’ònore di Dio.
- III. Or.correte dunque per que»ta via: siate, siate gustatore er mangiatore dell’anime, imparando dalla prima e dólce verità,-e pastore buono che ha data la Vita per le pecorelle sutf. Siute, siale olleciio d’adoperare per onore ed esaltazione della* sciita Chiesa, e