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L’altro suo segretario fu Stefano di Corrado Maconi, casata delle più potenti e insigni fra quelle del Grandato di Siena1. Questi fu ridotto dalla santa nel buon cammino del Signore quattro anni prima che ella morisse, siccome egli asserisce nella lettera di testimonianza dell’azioni della santa, registrata da noi nel primo tomo di quest’opere, dopo la leggenda del beato Raimondo, ed affezionatosi alla sua dolce conversazione seguilla nel suo viaggio in Francia, in offizio di suo segretario; indi, tornato in Siena, servilla sempre tanto nelle spedizioni delle lettere che nello scrivere il Libro de’ Dialoghi, ed ultimamente andò a trovarla a Roma, in quel tempo che ella morì, e morendo disse lui, che si sarebbe fatto certosino, siccome accadde; essendo eletto, poi a generale del suo ordine, per cui molte segnalate cose intraprese, e fra l'altre, la fondazione della Certosa di Pavia, monumento immortale della pia magnificenza di Giovanni Galeazzo Visconti duca di Milano. Menò il Maconi, dopo la sua conversione, una santissima vita, tanto nel secolo che nella clausura, dietro alle tracce della santa maestra sua, e mostrava per le glorie di lei così tenera passione, che dal parlare sempre di quella, e dall’imitarla, fu per soprannome detto il Caterinato. Oggi è acclamato tra beati, e ne scrisse la vita don Bartolomeo da Siena certosino. Leggi dodici lettere che la santa in più volte indrizzogli, le quali cominciano al num. 253, e l’osservazioni sopra le medesime. Alcuna però ve ne manca, e particolarmente quella che la santa gli scrisse la prima volta, che di scrivere ebbe l’uso, il che di sopra si disse.

Il terzo scrittore dal beato Raimondo nominato, fu Neri di Landoccio Pagliaresi, che similmente era nobilissimo uomo, e de’ grandi sanesi, e grazioso rimatore di que' tempi, siccome può conoscersi da quella

  1. Leggenda del beato Raimondo, par. III, cap. 1, num. 12.