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133 A TRE CARDINALI ITALIANI (A).

I. Deaera tcdergl! illuminali con perfetto lnm

per conoscer la verità e sorger dalle tenebre del peccato con ritornare all obbedienza del sommo pontefice, mostrando come, per ottenere questo lume, è necessario prirarsi dell amor proprio.


II. Detesta la miseria e 1’ingauno dell auior proprio, mostrando come da questo erano stati essi acciecati «d indotti a ribellassi al pontefice, con ebe riprende la loro ingratitndine.

IH. Dimostra con Yarie ragioni, come Urbano VI era vero pontefice, contro ciò che essi pretendtrano, e detesta 1 elezione dell’ antipapa.

IV. l’rorura anonarli a ritornare all’obbedienza drl medesimo Urinino VI, con dolore della colpa e con speranza del perdono, promettendogli ajularli con le sue orazioni.

31.

Al nome di Jesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.

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I. ilarissimi fratelli e padri in Cristo dolce Jesù.

Io Catarina, serva e schiava de’ servi di Jesù Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo con desiderio di vedervi tornati a vero e perfettissimo lume, ed uscire di tante tenebre e cecità, nella quale sete caduti; allora sarete padri a me, in altro modo no. Sicché padri chiamo, in quanto voi vi partiate dalla morte e torniate alla vita, che quanto che ora sete partiti dalla vita della grazia, membri tagliati dal capo vostro, onde traevate la vita: stando voi uniti in fede ed in perfetta obbedienzia a papa Urbano VI, nella quale obbedienzia stanno quelli che hanno lume, che con lume