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aggiunge di più, che di sua mano ella scrivesse più volte ad Urbano VI, del che la Santa medesima ci rende più sicuro testimonio alla lettera 102, num. 2. Egli però è vero, che delle sue lettere la più parte crediamo fossero scritte, a dettatura di lei, da’ suoi segretarj, che fino a tre per volta nelle spedizioni la servivano, siccome più distintamente appresso diremo.

Stabilito il modo miracoloso del primo scrivere della Santa, e quali fossero le cose che prima scrisse, e poi, convien fermare in che luogo ciò le accadesse, ed in qual anno dell’età sua, e in che tempo.

Il luogo, siccome si dice nell’annotazioni alla lettera novantesima di quest’opera, fu la Rocca a Tentennano, uno de’ castelli che si possedevano dalla nobilissima famiglia de’ Salimbeni de’grandi di Siena, con occasione che quivi la Santa si tratteneva appresso una divota gentildonna di quella famiglia chiamata Bianchina, già moglie di Giovanni Salimbeni, alla quale indirizzò poi una lettera che si vede sotto al num. 331.

Oggi il detto luogo s’intende per la Rocca d’Orcia, avvegnacchè sopra la valle dell’Orcia sia situato, discosto da Siena ventitrè miglia; e scorgesi da’ passaggeri della Strada Romana, come in un acuto ed erto scoglio fabbricato sopra di un monte, a cultura di olivi meglio che ad altra cosa addimesticato. Ed oh quanto propriamente potrebbe alzarsi in quel sentiero una colonna, che avvertisse i pellegrini verso di Roma incamminati a salutare quel ripido sasso, dove fu insegnato il primo volo alla penna della nostra sanese colomba, che portò l’ulivo all’agitato Nocchiero della Chiesa romana, e che fu da Dio destinata a riportare sopra del Vaticano il nido per settant’anni sbanditovi dello Spirito Santo. Ond’è che questa Rocca predetta fu terribile ancora a Lucifero per que’ prognostici che vi prese delle sue future perdite, e ne provò le prime sconfitte nel cacciarlo che quivi fece la santa Vergine dal possesso del corpo di certa donna.