Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 1.djvu/202

164

164 A JACOMO CARDINALE DEGLI ORSINI..

I. L esorta a farai colonna stabile di santa Chiesa con 1’ acquisto delle virtù e «spt ‘cinlmento dell3 umiltà, della carità, del disprezzo de’beni terreni e della pazienzia: dimostra come queste s’acquistino nel conoscimento di sè e della divina bontà in sè, e dell’ amore suo Terso di noi, manifestandoci nella nostra creazione e nel sangue di Jesù Cristo sparlo per noi. Lo stimola a voler procurare la salute dèli’ anime ed d bene di santa Cb.;sa, con pregare il sommo pontefice a provvederla di buoni pastori, a far paco con li ribelli e portar la guerra sopra degl’ infedeli.

Al nome di Jesù Cristo crocijisso e di Maria dolce.

I. voi, dilettissimo e carissimo padre in Cristo Jesù. Io Catarina, serva e schiava de’servi di Jesù Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo, con desiderio di vedervi colonna ferina e stabile posto a nutricare nel giardino della santa Chiesa, per li molti venti contrarj che vengono. Se non fossi di pietra ben fondata verrebbe meno: conviene che il fondamento sia cavato ben giù, che se fosse poco, anco sarebbe debile. O padre «n Cristo Jesù, voi sete colonna posta per umiltà; la quale umiltà s’acquista nel vero conoscimento di sè medesimo, e però cade l’uomo in superbia perchè non conosce sè; che se conoscesse sè medesimo non essere, mai non caderebbe in superbia;