Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 1.djvu/199


161

.. i6i egli amano, perocché vedono che egli è fotte, e vuole, e pnole sovvenire; onde allora dicono con grande umiltà con santo Paolo, ogni cosa potrò per Cristo crocifisso che è in me, che mi conforta. Or non più dunque dormite, padre, poiché sete colonna debile per voi, ma innestatevi in su l’arbore della croce, e legatevi per affetto e per smisurata ed ineffabile carità con l’Agnello svenalo, che da ogni parte del corpo suo versa sangue: rompinsi questi‘Cuori; non più durizia e non più negligenzia, perocché il tempo non dorme, ma sollecitamente fa il corso suo. Facciamo mansione insieme con lui per amore e per santo desiderio,

non ci bisogna poi più temere. Qaesto è dunque il santo e dolce rimedio, cioè che la creatura conosca sè medesima non essere; e sempre si vede fare quella cosa che non è,.cioè il peccalo (C), èd ogni altra cosa ha da Dio, e quando ha conosciuto sè e egli j conosce la bontà di Dio in sè, e conoscendo lui ama, e sè odia, non sè in quanto creatura, ma in quanto si vede ribello al suo creatore. Andando dunque con questo santo e vero conoscimento, non erra la via; ma va virilmente, perocché egli unito e trasformato in colui che è via, verità e vita, ed hallo sì fortificato, che nò dimonio, nè creatura gli può togliere la sua fortezza, sì ei s’ è fatto una cosa con lui. Or questo è il mio desiderio, cioè di vedervi legato in questo dolce e forte legame, ed a questo me n avvedrò, ed uno de’ principali segni che noi abbiamo, che ci manifesti d’ esser legati e discepoli di Cristo, cioè se noi rendiamo bene per male, altrimente saremo in islalo di dannazione. Molto è questo spiacevole a Dio in ogni creatura, ma specialmente nei vostri pan, che sete posti per specchio nella santa Chiesa dove li secolari si specchiano; e bene dovremmo riguardare* che elli è maggiore la ingiuria che noi facciamo a Dio che è infinito, che la ingiuria ebe è fatta per la creatura che è finita; e nondimeno vogliamo *S. Caterina da Siena. Opere. T. HI. n