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dovene il cui catalogo de*«agri pastori di (ratto in tratto non sia mancante; non perchè fossero in quelle Chiese, si lunghe e si frequenti anarchie, ina perche colle memorie i nomi ancora di molti vescovi sono fuggiti alle diligenze degli scrittori. Ciò nulla ostante trovasi dalla metà del quinto secolo mfino al presente tntta intera la successione de’vescovi di Siena, e può vedersi nell’Ughell», e neH’Ugnrgieri (i), iu cui però tengo opinione esservi scorso alena abbaglio, o nel computare degli nuni, o nella giusta disposizione de’nomi «li questi prelati (2). Poiché, per tacere degli altri, Mauro, il cui nome, come fu detto, trovasi soscritto al concilio lateranense al tempo di s. Martino papa, si vuole dall’Cghelli, che fiorisse nel 562, vescovo di àiena, cioè ottantasette anni prima di quel concilio, con error manifesto, tanto più che pone altri sette vescovi infido all anno 649, io cui cadde radunarsi di quel sinodo, senza però accennare ch’egli v’intervenisse cogli altri padri. Ma meno condonabile e il fallo di Cesare Orlandi, erudito per altro e dotto scrittore, nel sno piccolo libro intitolato De Urbis Senne, ejusi/ue Episcopntns antùjutiale, il quale pone, ed il vescovo Mauro e la celebrazione pore di quel concilio nell’ anno S62, sego/to in aò anche dall’ Ugurgieri, che tiene dietro le orme dell’Ughelti nella serie, ed anni de vescovi, ed attenendosi alI’Orlandi nel dar luogo a Maurcr in quella sacra adunanza, ancor esso li pone nel 562, in cui nè il pontefice s. Martino, nè veruno di qnei prelati che v’intervennero, probabilmente era nato. Adunque se Mauro vescovo di Siena, s« scrisse a quel concilio, come s’ha dagli atti di esso, e citanti dalI’Orlandi, e dall’Ugurgieri, e non era vescovo del 502, o altro vescovo dello stesso nome, si dee riporre in quel catalogo, sicché per l’anno 649 abbiasi in questa città un tal vescovo dei nome di Mauro. L’UghelIi uel sno catalogo, non ha che sessantatrè fesco*i e dieci arcivescovi; ma il padre Ugnrgieri numera infino a settanta vescoii, ai quali aggiungendosi tredici arcivescosi (ottenne questa Chiesa il pregio d’essere Metropolitana dal pontefice Pio if l’anno 14^9) trovasi avere ella avuti ottantairé pastori, compresovi monsignor Alessandro Zondedari, tredecimo arcivescovo di Siena; la cui somma pietà, saviezza e dottrina, che sono state lungamente in ammirazione, e alla Spagna, ed alla Francia, ove più anni ha fatto dimora, tenendo compagnia al cardinale Anton.o Felice suo fratello, come hanno dato impulso a questa patria a bramarlo, ed a chiederlo dai primi fra que’sei. cui ella elegge, ed al sommo pontefice Clemente XI, di darlo pure ora per pastore di questa Chiesa; cosi danno giusta ragione a sperare, che n essa si manterranno nel lor bel fiore quelle virtù, che di lunga mano si sono allignate, e che tanto sospiravausi a’ suoi tempi da questa serafica vergine. l)i questi prelati non ve ne è, a dir vero, alcuno che sia ascritto al catalogo trionfale dei ceieti, fu però ofierta la mitra di questa Chiesa a due illustri (1) Ital. Sacr. To. 3, loc. cit.

(a) Pomp. Saues. Tit. VI.