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it4 ma infeliciscimo per quei cl’aItri paesi e de’ secoli più remoti dai suoi, ed il Biondo nè pur esso gran fallo sincero ne’suoi racconti., sonosi avvisati (1), lasciandone in memoria anzi favole che storie; perchè P uno d’ essi la vuole fondata 3’ tempi di Carlo Martello, cioè nel secolo Vili a’priegbi d’una signora detta Veglia, da cui anche sognasi aver la città sortito il nome di Sieoa; e l’altro la fa opera del pontefice Giovanni XVIII, che fiorì sul nascere del secolo XI, avendosi per memorie indubitate la sna primiera instituzione di parecchi secoli stare innanzi a quei assegnatile da questi autori, o assai malevoli, o poco accorti. Due sole testimonianze ne recherà in prova d’una causa che oggi è fuori di lite, onde saranno anche più che bastevoli al bisogno. L’nna si è la lettera del pontefice s. Agatone, e del concilio romano (2) di centoventicinque vescovi indirizzata a’padri del terzo concilio di Costantinopoli, che il sesto concilio generale formavaao Panno 680, in cui tra gli altri prelati che sotto* scrivonsi, trovasi Vitaliano vescovo di Siena, essendo il suo nome tramischiato con quei degli altri vescovi toscani, cioè dopo PAretino; e prima del A olterrano, e può vedersi negli atti di quel con* ci 1 io. L’altra anche più antica to^liesi dal concilio di Lnterano (3), tenutosi dal pontefice s. Martino Panno 6^9. di cenlocinque Vescovi, in cni manifesto vedesi soscritto il nome di Mauro vescovo di Siena, da non confondersi con quei, o di Cesena, ò di Sinigaglia, come alcuna volta è accaduto, leggendomi pure le soscrizioni di Mauro ■vescovo di Cesena, e di Mauro vescovo di Sinigaglia, giacché queste tre Chiese d’ alenila maniera simiglianti nel nome latino per abbattimento, avevano i loro prelati del nome stesso di Mauro (4).

Da questi ed altri non pochi argomenti, sonosi indotti nou pure gli autori sanesi, ma altri ancora a confessare essere la Chiesa di Siena assai antica, ed essere mere favole i racconti d quelli sì poco informati scrittori. Non essendosi questa città condotta alla fede prima de’ primi anni del secolo quarto, forse perchè stati sempre questi popoli fedeli a Roma (5), di staccarsene nel fatto della religione non s’attentassero, o perchè la vicinanza a quella città rendesse più vigilanti i ministri che vi governavano, a non permei* leni P ingiesso al Cristianesimo, sbandito per tanti editti, de’loro Cesari, non potè che tardi, a nspelto dell’altre di Toscana, avere il suo sacro pastore, cioè circa P anno 3o6, tre soli anni, da che fu morto il suo glorioso Battista il martire s. Ansano, ed il primo suo vescovo fu un tal Lucifero (6). La serie continuata e senza veruno interrompiinento de’successori di questo prelato, non trovasi, come per lo più accade in quelle delPaltre Chiese, pochissime aven(1) hai. Illusi. Eir. .

(a) Tom.’2. Conc. Laur. Sur. pag. 9^7. Impres. Colon. An. 15G7.

(3) Tom. a. Cout il, pag. 7G3 e ^(4) L«*and. Alberi, lial lllustr. pag. 5a. Ab. Ughel. II. Sacr. Tom. 3, pag. Gì5 e s«’£.

(5) Ballaci Volater. Com. Urbuu, I. 2, pag. 100, e I. 38, pug. 907.

(б) Ughel. loc. cil.