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- 101 dolore e l’amore mi scusi dinanzi a Dio, ed alla santità vostra, che dovunque io mi volgo, non ho dove riposare il capo mio. Se io mi volgo costì, che dove e Cristo deliba essere vita eterna, ed io vedo, che nel luogo vostro, che sete Cristo in terra, si vede l’inferno di molle iniquità col veleno dell amore proprio, il quale amore proprio gli ha mossi a levare il capo contra di voi, non volendo sostenere la santità vostra che vivessero in tanta miseria; non lassate però!

riluca nel petto vostro la margarita della santa giustizia (Ad Rom. 8.) senza veruno timore, che non bisogna temere; ma con cuore virile; che se Dio è per noi, veruno sarà contra a noi. Godete ed esultate, che l’allegrezza vostra sarà piena ni cielo: in queste fatiche vi rallegrate; perchè dopo queste, cioè dopo le fatiche, verrà il riposo e la riformazione della santa Chiesa, III. Benché vi vedete abbandonato da quelli che debbono essere colonne: non allentate li passi; ma molto più correte fortificandovi sempre col lume della santissima fede in conoscere la verità, e con l’orazione e compagnia de’servi di Dio vogliate vederli da lato, che mi questa vita tra le fatiche saranno il vostro desiderio e refrigerio; cercate d’avere oltre l\ijulorio divino, l’ajulo de’.servi suoi, che vi consiglieranno con fede, e schiettamente non passionati nè contaminati nel consiglio loro per amore proprio. Parmi che vi sia grandissima necessità d’averlo: certa sono, che avendo voi illuminato l’occhio dell’intelletto nella verità, che voi gli cercherete (C) con grande sollecitudine, in altro modo non pianterete le virtù vere nelli sudditi vostri, nè otterrete d*ordinarli, e di mettere piante buone e virtuose nella santa Chiesa. Dicevo, che dovunque io mi volgo, non trovo dove io mi riposi, e così è la verità, siccome egli è costì, così si trova in ogni allro luogo e specialmente in questa nostra città, che del tempio di Dio (D), che è luogo d’orazione, hanno fallo spelonca di ladroni con tanta