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santità vostra, riceverete la luce: perocchè, la verità è quella cosa che ci delibera, e perchè verità è, che eletto dallo Spiritò Santo, e da loro vicario suo sete, la tenebra della bugia e della eresia la quale hanno levata, non potrà contra questa luce; anzi quanto più li vorranno dare tenebre, tanto più riceverà perfettissima, luce.
II. Questa luce porta seco il coltello dell’odio, del vizio e dell’amore della virtù, il quale è uno legame che lega l’anima in Dio e nella dilezione del prossimo.
O santississimo e dolcissimo padre, questo è il coltello che io vi prego che voi osiate: ora è il tempo vostro da sguainare questo coltello, odiare il vizio in voi, e nei sudditi vostri, e nei ministri della santa Chiesa. In voi dico, perchè in questa vita veruno è senza peccato, e la carità si debbe prima movere da sè, usarla prima in sè coll’affetto delle virtù e nel prossimo nostro; sicchè tagliate il vizio, e se il cuore della creatura non si può mutare nè trarlo de’ difetti suoi, se non quanto Dio nel trae, e la creatura si sforzi coll’ajutorio di Dio a trarne il veleno del vizio, almeno, santissimo padre, siano levati dalla santità vostra il disordinato vivere, e scelerati modi, e costumi loro; piaccia alla santità vostra di regolarli, secondo che è loro richiesto dalla divina bontà, ognuno nel grado suo. Non sostenete l’atto della immondizia, non dico il desiderio suo, che noi potete ordinare più che si voglia, ma almeno l’atto che si può, sia regolato da voi. Non simonia, non le grandi delizie, non giuocatori del sangue, che quello dei poveri e quello della santa Chiesa sia giuocato, tenendo baratteria nel luogo che debba essere tempio di Dio, non come clerici, nè come canonici, che debbano essere fiori e specchio di santità: egli stanno come baratteri gettando puzza d’immondizia ed esemplo di miseria. Oimè., oimè, oimè, padre mio dolce, con pena, e dolore, e grande amaritudine, e pianto scrivo questo, e perciò se io parlo quello che pare sia troppo, e suoni presunzione, il