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Annotazioni alla Lettera 16.


(A) Non facendosi parola in questa lettera nè de’ torbidi sorti in Roma a cagione della partenza de' cardinali francesi, nè di quei risorti a Firenze circa la metà di luglio per la sedizione detta dei Ciompi, stimo essere scritta ne’ primi giorni del luglio dell’anno 1378.

(B) Questo dico, perchè secondo che ec. Qnesto luogo era guasto nel testo a ptnna e nella impressione d’Aldo leggendovi*!: tecondocbè vi disse il maestro Giovanni e frate Bartolomeo; e fu corretto ccme sta dal Gigli.

Qual fosie P errore commesso da Fra Bartolomeo di Domenico e riferito alla santa dal maestro Giovanni Tantncci, non si sa di certo; pare che fossero alcune parole che avevano irritato il pontefice.

(C) Mi disse il maestro Giovanni di frate Bartolomeo. Maestro Giovanni è quegli di cui si favellò nelle annotazioni alla lettera quinta, e d’esso si tavellerà ad altra occasione. Fra Bartolomeo stimo che fosse religioso del sacro Ord:ne di s. Domenico, detto di ordinario Fra Bartolomeo di Dometnco, di cui pure altrove si parla, essendovi più lettere ad esso indirizzate, ed era noto benissimo al pontefice, come’quegli che fu uno de’compagni della santa insieme con maestro Giovanni nella sua dimora in Avignone. Il Landucci citato di sopra il fa pure Eremitano; nè ?o su qual fondamento s’appoggi il suo detto; non avendovi tra’discepoli e coufidenti della santa veruno eremitano di tal noma.

(ty Dì quanta grazia il dì di s. Giovanni mi concedeste. Sì crede che questa grazia losse un’indulgenza plenaria concessale da Urbano.

S. Caterina da Siena. Opere. T. III. 7