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porale
le proprie consolazioni; onde ciò die fa, fa imperfetto e corrotto, perchè è corrotto il principale suo aifetto, col quale affetto adopera; ed in ogni stato adopera poca virtù, o pastore, o suddito che sia. Ma il pastore che è fondato in vera carità non fa cosi, ma o^,ili sua operazione è buona e perfetta, perche l’affetto suo è unito e congiunto nella perfezione della divina carità-. questi non teme 110 il dimonio nè la creatura, ma solo teme il Creatore suo e non cura le detrazioni del mondo, nè obbrobrj, nè scherni, nè villanie.
nè scandalo, nè mormorazione de’suddili suoi; li quali si scandalizzano, e vengono a mormorazione, quando sono ripresi dal prelato loro; ma come uomo virile vestito della fortezza della carità, non gli cura.
II. Nè però allenta il fuoco del santo desiderio, e non si toglie da sè la Margarita della giustizia, la quale porta nel petto suo lucido e unita con la misericordia; perocché se giustizia senza misericordia fosse (ft), sarebbe con le tenebre della crudeltà, e più tosto sarebbe ingiustizia che giustizia; e misericordia senza giustizia sarebbe nel suddito come 1’ unguento in su la piaga, che vuol essere incesa col fuoco, perchè ponendovi solo 1 unguento senza incenderla, imputridisce più tosto, che non sana; ma unita l’una e l’altra insieme dà vita nel prelato, in cui ella riluce; e sanità nel suddito, se elli non fosse già membro del dimonio,, che in neuno modo si volesse correggere: benché, se mille volte il suddito non si correggesse, non debba lassare però il prelato che non corregga; e non sarà meno la virtù sua, perchè quello iniquo non riceva il frutto. Questo fa la pura e schietta carità che è iu quella, anima che non cura sè per sè, ma sè per Dio, e Dio cerca per gloria e loda del nome suo in quanto il vede, che egli è degno d’ essere amato per la sua infinita bontà; nè il prossimo cerca per sè, ma per Dio, volendo fare quella utilità al prossimo, che a Dio fare non può; perocché vede e eognosce che egli è lo Dio nostro, che non ha bisogno di noi;
però si