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dimonio, contandoti delle miserie loro), e la terza dell’ultimo giudicio generale. E parla’ti alcuna cosa della pena de’ dannati, e della gloria de’beati, quando avara riavuto ogniuno la dota del corpo suo.

Anco ti promissi e prometto che col molto sostenere de’ servi miei riformare) la sposa mia. Invitandovi a sostenere, lamentandomi teco delle iniquitá loro, e mostrandoti l’eccellenzia de’ ministri nella quale Io gli ho posti, e la reverenzia ch’Io richieggo che i secolari abbino a loro, mostrandoti la cagione perché, per loro difetto, non debba diminuire la reverenzia in loro; e quanto m’è spiacevole il contrario. E della virtú di quelli che vivevano come angeli, toccandoti, insieme con questo, dell’eccellenzia del sacramento.

Anco sopra i detti stati, volendo tu sapere degli stati delle lagrime e unde elle procedono, tei narrai, e acorda’teli con questi. E .detto t’ho che tutte le lagrime escono della fontana del cuore, e ordinatamente t’ho assegnato perché. Di quattro stati di lagrime, e della quinta che germina morte, anco ti contai.

Hotti risposto alla quarta petizione di quello che mi pregasti: ch’Io provedesse al caso particulare avvenuto. Io providi, si come tu sai. Sopra questo t’ho dichiarata la providenzia mia in generale e in particulare, facendomi dal principio della creazione del mondo infino all’ultimo, come ogni cosa ho fatta e fo con divina providenzia, dando e permettendo ciò ch’Io do, e tribulazioni e consolazioni temporali e spirituali. E ogni cosa è data per vostro bene, perché siate santificati in me e la veritá mia si compia in voi. Perché la mia veritá fu questa: che Io vi creai perché aveste vita eterna, la quale veritá v’è fatta manifesta col sangue del Verbo, unigenito mio Figliuolo.

Anco t’ho, nell’ultimo, .satisfatto al desiderio tuo e a quello ch’io ti promissi di narrare della perfezione dell’obbedienzia e della imperfezione della disobbedienzia, e unde ella viene, e che ve la tolle. Hottela posta per una chiave generale, e cosi è. E detto t’ho della particulare, e de’perfetti e degl’imperfetti, di quegli dell’ordine e di quelli fuore dell’ordine, d’ogniuno distintamente; della pace che dá l’obbedienzia e della guerra