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e del prelato suo; incomportabile è a se medesimo. Or che è a vedere, figliuola mia, quello che ha presa la chiave dell’obbedienzia dell’ordine con la disobbedienzia, alla quale egli s’è fatto schiavo, e la disobbedienzia ha fatta donna, con la compagna dell’ impazienzia, nutricata dalla superbia col proprio piacere. La quale superbia detto è che esce dall’amore proprio di sé. Tutto si rivolle in contrario ad quello che detto t’ho della vera obbedienzia; e come può questo misero stare altro che in pena, che è privato della caritá? Conviengli chinare il capo della volontá sua per forza; e la superbia gli li tiene ritto. Tutte le sue volontá si discordano dalla volontá dell’ordine. Egli li comanda l’obbedienzia, ed egli ama la disobbedienzia; la povertá volontaria, ed egli la fugge, possedendo e desiderando la ricchezza; vuole continenzia e puritá, ed egli immondizia. Trapassando questi tre voti, figliuola mia, il religioso cade in ruma e in tanti miserabili difetti, che l’a,spetto suo non pare religioso, ma uno dimonio incarnato, si come in un altro luogo Io ti narrai piú distesamente. Non lassarò però che alcuna cosa non te ne conti dello inganno loro e del frutto che traggono della disobbedienzia, a comendazione ed esaltazione dell’obbedienzia.

Questo mi,sero è ingannato dal proprio amore, perché l’occhio dell’ intelletto suo s’è posto, con fede morta, nel piacere della propria volontá e nelle cose del mondo. Ha saltato il mondo col corpo e rimastovi con l’affetto. E perché gli pare fadiga l’obbedienzia, vuole disobbedire per fuggire fadiga; e egli cade in massima fadiga, ché pure obbedire gli conviene o per forza o per amore. Meglio gli era, e meno fadiga, a fare l’obbedienzia per amore che senza amore.

Oh ! come è ingannato ! E neuno è che lo inganni, se non egli medesimo. Volendo piacersi, egli si dispiace, dispiacendoli le sue operazioni stesse, che fará per l’obbedienzia che gli è posta. Volendo stare in grande diletto e farsi vita eterna in questa vita, e l’ordine vuole che egli sia perregrino, e continuamente glil dimostra, ché, quando egli ,s’ è posto in uno luogo a sedere, dove vorrebbe stare per piacere e diletto che egli vi truova, egli è mutato. Nella mutazione ha pena, perché la volontá