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Raguardami Pietro vergine e martire, che col sangue suo die’ lume nelle tenebre delle molte eresie ; che tanto l’ebbe in odio, che se ne dispose a lassarvi la vita. E, mentre che visse, l’esercizio suo non er’altro che orare, predicare, disputare con gli eretici e confessare, annunziando la veritá e dilatando la fede senza veruno timore. Ché non tanto ch’egli la confessasse nella vita sua, ma infine all’ultimo della vita. Unde, nella estremila della morte, venendoli meno la voce e lo’ nchiostro, avendo ricevuto il colpo, egli intinse il dito nel sangue suo: non ha carta questo glorioso martire, e però s’inchina e scrive in terra confessando la fede, cioè il «Credo in Deum». E1 cuore suo ardeva nella fornace della mia caritá, e però non allentò e’ passi voltando il capo adietro, sapendo che doveva morire (però che, prima che egli morisse, gli revelai la morte sua); ma, come vero cavaliere, senza timore servile, egli esce fuore in sul campo della battaglia.

E cosi molti te ne potrei contiare, e’ quali, perché non avessero il martirio attualmente, l’avevano mentalmente, si come ebbe Domenico. Odi lavoratori, che questo padre misse nella vigna sua a lavorare, estirpando le spine de’vizi e piantando le virtú ! Veramente Domenico e Francesco sonno .stati due colonne nella santa Chiesa: Francesco con la povertá, che principalmente gli fu propria, come detto è; e Domenico con la scienzia.

CAPITOLO CLIX

Della eccellenzia delli obbedienti e della miseria delli inobbedienti, li quali vivono nello stato della religione.

— Poi che i luoghi sonno trovati, cioè queste navicelle ordinate dallo Spirito santo per lo mezzo di questi padroni, e però ti dissi che lo Spirito santo era padrone di queste navicelle fondate col lume della santissima fede, cognoscendo con questo lume che la clemenzia mia (esso Spirito santo) ne sarebbe