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CAPITOLO CLVIII

in gente e venuti meno in virtú: non per difetto della navicella, ma per li disobbedienti subditi e gattivi governatori.

E se tu raguardi la navicella del padre tuo Domenico, diletto mio Figliuolo, egli l’ordinò con ordine perfetto, ché volse che attendessero solo all’onore di me e salute dell’anime col lume della scienzia. Sopra questo lume volse fare il principio suo, non essendo però privato della povertá vera e volontaria. Anco l’ebbe, e, in segno ch’egli l’aveva e dispiacevali il contrario, lassa per testamento a’ figliuoli suoi per ereditá la maladizione sua e la mia, se essi posseggono o tengono possessione veruna in particolare o in generale, in segno ch’egli aveva eletta per sua sposa la reina della povertá. Ma per piú proprio suo obietto prese il lume della scienzia, per stirpare gli errori che a quello tempo erano levati. Egli prese l’officio del Verbo, unigenito mio Figliuolo. Drittamente nel mondo pareva uno apostolo: con tanta veritá e lume seminava la parola mia, levando la tenebre e donando la luce. Egli fu uno lume, che Io porsi al mondo col mezzo di Maria, messo nel corpo mistico della santa Chiesa come stirpatore dell’eresie.

Perché dissi «col mezzo di Maria» ? Perché Maria gli die’ l’abito : commesso fu l’officio a lei dalla mia bontá. In su che mensa fa mangiare e’ figliuoli suoi col lume della scienzia ? Alla mensa della croce, in sulla quale croce è posta la mensa del santo desiderio, dove si mangia anime per onore di me. Egli non vuole ch’e’ figliuoli suoi attendano ad altro se non a stare in su questa mensa col lume della scienzia, a cercare solo la gloria e loda del nome mio e la salute dell’anime. E, acciò che non attendano ad altro, tolle la cura delle cose temporali, ché vuole che sieno poveri. Vero è che egli mancava in fede, temendo che non fussero proveduti? Non mancava, ché egli era vestito della fede, ma con ferma speranza sperava nella providenzia mia.

Vuole che osservino l’obbedienzia, sieno obbedienti a fare quello che sonno posti. E perché il vivere immondamente offusca l’occhio dell’intelletto; e non tanto dell’intelletto, ma per questo miserabile vizio ne manca il vedere corporale; unde egli non vuole che lo’ sia impedito questo lume, col quale lume