Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1928 – BEIC 1786681.djvu/369

obbedire a’ comandamenti della legge, avendo il tempo e dolendosi di quello che hanno disobbedito, nondimeno è molto malagevole per la longa consuetudine del peccato. E però non sia veruno che se ne fidi, indugiando a pigliare la chiave dell’obbedienzia nell’ultima estremitá della morte, benché ogniuno possa e debba sperare infine che egli ha il tempo; ma non se ne debba fidare, che per questo pigli indugio a corrèggiare la vita sua. E chi è cagione di tanto loro male e di tanta ciechitá, che non cognoscono questo tesoro? La nuvila dell’amore proprio con la miserabile superbia, unde sonno partiti dall’obbedienzia e caduti nella disobbedienzia. Non essendo obbedienti, non sonno pazienti, come detto è, e nella impazienzia sostengono intollerabili pene. Halli tratti della via della veritá e menali per la via della bugia, facendosi servi e amici delle dimonia, e con loro insieme, se non si correggono con l’obbedienzia, vanno co’ loro signori dimòni all’eterno supplicio ; si come i diletti figliuoli osservatori della legge e obbedienti godono ed esultano nella eterna mia visione con lo immaculato e umile Agnello, facitore, adempitore e donatore della legge. In questa vita, osservandola, hanno gustata la pace, e nella beata vita ricevono e vestonsi della perfettissima pace, dove è pace senza veruna guerra, e ogni bene senza veruno male, sicurtá senza veruno timore, ricchezza senza povertá, sazietá senza fastidio, fame senza pena, luce senza tenebre, imo sommo bene infinito e non finito, e uno bene participato con tutti e’veri gustatori.

Chi l’ha messo in tanto bene? Il sangue dell’Agnello, nella virtú del quale sangue la chiave dell’obbedienzia perde la ruggine, acciò che con essa potesse diserrare la porta. Si che l’obbedienzia, in virtú del sangue, te l’ha diserrata. O stolti e matti, non tardate piú a escire del loto delle immondizie, che pare che faciate come il porco che s’involle nel loto, cosi voi nel loto della carnalitá.

Lassate le ingiustizie, omicidii, odio e rancore, le detrazioni, mormorazioni, giudici e crudeltá, e’ quali usate verso il prossimo vostro, furti e tradimenti, col disordenato piacere e diletti del mondo. Tagliate le corna della superbia, col quale tagliare