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morte sua, che desidera di lassare la vita, e pena gli è di portarla quando la vede tanto prolongare ? Potrassi dolere di lassare le ricchezze del mondo, che l’ha /spregiate con tanto desiderio? Non è grande fatto ponto, ché chi non ama non si duole, anco si diletta quando lassa la cosa che odia. Si che, da qualunque lato tu ti volli, truovi in loro perfetta pace e quiete e ogni bene; e ne’miseri, che posseggono con tanto disor denato amore, sommo male e intollerabili pene: poniamo che all’aspetto di fuore paresse il contrario; ma in veritá egli è pure cosi.

E chi non avarebbe giudicato che Lazzaro povero fusse stato in somma miseria, e il ricco dannato in grande allegrezza e riposo? E nondimeno non era né fu cosi: ché sosteneva maggiore pena quello ricco con le sue ricchezze, che Lazzaro povarello crociato di lebbra ; perché in lui era viva la volontá unde procede ogni pena, e in Lazzaro era morta, e viva in me, che nella pena aveva rifrigerio e consolazione. Essendo cacciato dagli uomini, e massimamente dal ricco dannato, non forbito né governato da loro, Io provedevo che l’animale, che non ha ragione, leccasse le piaghe sue; e nell’ultimo della loro vita vedete, col lume della fede, Lazzaro a vita eterna e il ricco nell’ inferno.

Si che i ricchi stanno in tristizia e i dolci miei povarelli in allegrezza. Io me gli tengo al petto mio, dando lo’ del latte delle molte consolazioni : perché tutto lassarono, però tutto mi posseggono; lo Spirito santo si fa baglia dell’anime e de’corpicelli loro in qualunque stato e’sieno. Agli animali li fo provedere in diversi modi, secondo che hanno bisogno : agl’ infermi solitari farò esci re l’altro solitario della cella per andare a sovenirlo ; e tu sai che molte volte t’adivenne ch’Io ti trassi di cella per satisfare alla necessitá delle povarelle che avevano bisogno. Alcuna volta te la feci provare in te questa medesima providenzia, facendoti sovenire alla tua necessitá, e, quando mancava la creatura, non mancavo Io, tuo Creatore. In ogni modo Io gli proveggo. E unde verrá che l’uomo, stando nelle ricchezze e in tanta cura del corpo suo e con molti panni, e sempre stará infermiccio; e spregiando poi sé e abbracciando la povertá per