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in cui la bontá mia gli ha fatti meritare, però che io so’ lo Idio vostro giusto, che a ogniuno rendo secondo che averá meritato. Ma e’veri servi miei non allentano e’passi per le beffe, persecuzioni e ingratitudine loro; anco crescono in maggiore sollicitudine e desiderio. Questo dii el fa, che con tanta fame bussino alla porta della mia misericordia? La providenzia mia, che proveggo e procuro insiememente la salute di questi miseri, e augmento la virtú e cre,sco il fuoco della dilezione della caritá ne’ servi miei.

Infiniti sonno questi modi di providenzia, ch’Io uso nell’anima del peccatore per trarlo della colpa del peccato mortale. Ora ti parlarò di quello che fa la mia providenzia in coloro che sonno levati dalla colpa, e sonno ancora imperfetti; non ricapitolando gli stati dell’anima, perché giá ordinatamente te gli ho narrati, ma breve breve alcuna cosa ti dirò.

CAPITOLO CXLIV

Della providenzia che Dio usa verso di coloro che sono ancora nell’amore imperfetto.

— Sai tu, carissima figliuola, che modo Io tengo per levare l’anima imperfetta dalla sua imperfezione? Che alcuna volta Io la proveggo con molestie di molte e diverse cogitazioni, e con la mente sterile. Parrá che sia tutto abandonata da me, senza veruno sentimento : né nel mondo gli pare essere, ché non v’ è ; né in me gli pare essere, ché non ha sentimento veruno, fuore che sente che la volontá sua non vuole offendere.

Questa porta della volontá, che è libera, non do Io licenzia a’nemici che l’aprano. Ma do bene licenzia alle dimonia e agli altri nemici dell’uomo che percuotano l’altre porte; ma questa, che è la principale, no, ché conserva la cittá dell’anima. È vero che ha la guardia del libero arbitrio, che sta a questa porta: hogliele dato libero, che dica si e no, secondo che gli piace. Molte sonno le porte che ha questa cittá. Le principali sonno tre