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ti risponderebbe, dicendo che ti dará quel fruto che ha per sé. Però che altro non ti può dare se non quelli crociati tormenti e fuoco nel quale arde continuamente, dove esso cadde, per la superbia ,sua, dall’altezza del cielo.

E tu, angelo terrestre, cadi dall’altezza (per la superbia tua) della dignitá del sacerdote e dal tesoro delle virtú nella povertá di molte miserie e, se tu non ti correggerai, nel profondo dell’inferno. Tu t’hai fatto dio e signore il mondo e te medesimo : or di’ al mondo con tutte le sue delizie che tu hai prese in questa vita, e alla propria tua sensualitá con che tu hai usate le cose del mondo (colá dove Io ti posi nello stato del sacerdozio perché tu le spregiassi, e te e il mondo sensualmente) ; di’ che rendano ragione per te dinanzi a me, sommo giudice. Rispondarannoti che non ti possono aitare e farannosi beffe di te, dicendo : — Per te conviene che riesca. — E tu rimani confuso e vitoperato dinanzi a me e dinanzi al mondo. Tutto questo tuo danno tu noi vedi, però che, come detto è, le corna della superbia tua t’hanno aciecato. Ma tu el vedrai nell’ultima estremitá della morte, dove tu non potrai pigliare rimedio in alcuna tua virtú, però che non l’hai se non solo nella misericordia mia, sperando in quello dolce Sangue del quale fusti fatto ministro. Questo né a te né ad alcuno sará mai tolto, mentre che vorrai sperare nel Sangue e nella misericordia mia; benché neuno debba essere si matto né tu si cieco che tu ti conduca all’estremitá.

Pensa che in su quella estremitá l’uomo che iniquamente è vissuto le dimonia 1’accu.sano, el mondo e la propria fragilitá: e none il lusenga né li mostra il diletto colá dove era l’amaro, né la cOiSa perfetta colá dove era imperfezione, né il lume per la tenebre, si come fare solevano nella vita sua: anco mostrano la veritá di quello che è. El cane della coscienzia, che era debile, comincia ad abbaiare tanto ferocemente che quasi conduce l’anima alla disperazione. Benché neuna ve ne debba giognere, ma debba pigliare con esperienza il Sangue, non ostante i difetti che abbi commessi ; però che senza veruna comparazione è maggiore la misericordia mia, la quale ricevete nel