Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1928 – BEIC 1786681.djvu/221

CAPITOLO CIX

Come Dio rende sollicita la predetta anima all’orazione, rispondendo ad alcuna delle predette petizioni.

Alora Dio eterno, vollendo l’occhio della sua misericordia e non spregiando el suo desiderio, ma accettando le sue petizioni, volendo satisfare all’ultima petizione che ella aveva fatta sopra la promessa sua, diceva : — O dilettissima e carissima figliuola, Io adempirò in quello che m’hai adimandato el desiderio tuo, purché dalla tua parte non commetta ignoranzia né negligenzia. Però che molto ti sarebbe piú grave e degna di maggiore reprensione ora che prima, perché piú hai cognosciuto della mia veritá. E però sia dunque sollicita di dare orazioni per tutte le creature che hanno in loro ragione, e per lo corpo mistico della santa Chiesa, e per quegli che Io t’ho dati che tu ami di singulare amore. E non commettere negligenzia in dare orazioni ed esemplo di vita e la dottrina della parola, riprendendo il vizio e commendando la virtú giusta’l tuo potere. Delle colonne le quali Io ho date a te, delle quali tu mi dicesti, e cosi è la veritá, fa’che tu sia uno mezzo di dare a ciascuno quello che gli bisogna, secondo l’attitudine loro e come Io, tuo creatore, ti ministrarò, però che senza me neuna cosa potresti fare; ed Io adempiroe i desidèri tuoi. Ma non mancare tu né eglino nello sperare in me, però che la providenzia mia non mancará in voi; e ogniuno umilemente riceva quello che esso è atto a ricevere, e ogniuno ministri quello che Io gli darò a ministrare, ogniuno nel modo suo, secondo che hanno ricevuto e riceveranno dalla mia bontá.