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timore non gli lassa possedere il diletto suo in pace, perché ordinatamente, secondo la mia volontá, non le possiede; e però gli séguita timore servile e pauroso, fatto servo miserabile del peccato, e tale ti può reputare quale è quella cosa a cui egli serve. E1 peccato è non cavelle: adunque egli è venuto a non cavelle.

Mentre che il vento del timore l’ha percosso, ed elli giogne quello della tribulazione e aversitá della quale egli temeva, e privalo di quello che egli aveva, alcuna volta in particulare e alcuna volta in generale. Generale è quando è privato della vita, che per forza della morte è privato d’ogni cosa. Alcuna volta è particulare, ché quando levo una cosa e quando un’altra : o della sanitá, o de’ figliuoli, o ricchezze, o stati, o onori, secondo che Io, dolce medico, vego die è di necessitá alla vostra salute, e però ve l’ho date. Ma, perché la fragilitá vostra è tutta corrotta, e senza veruno cognoscimento guasta el frutto della pazienzia ; e però germina impazienzia, scandalo e mormorazione, odio e dispiacimento verso di me e delle mie creature, e quello che Io ho dato per vita l’ha ricevuto in morte, con quella misura del dolore che egli aveva l’amore.

Ora è condotto a pianto affliggitivo d’impazienzia che disecca l’anima e ucidela tollendole la vita della grazia; e disecca e consuma el corpo, e acciecalo spiritualmente e corporalmente, e privalo d’ogni diletto e tollegli la speranza, perché è privato di quella cosa nella quale aveva diletto, dove aveva posto l’affetto e la speranza e la fede sua : si che piagne. E non solamente la lagrima fa venire tanti inconvenienti, ma el disordinato affetto e dolore del cuore, unde è proceduta la lagrima. Ché non la lagrima dell’occhio in sé dá morte e pena, ma la radice unde ella procede, cioè l’amore proprio disordinato del cuore. Ché, se’l cuore fusse ordinato e avesse vita di grazia, la lagrima sarebbe ordinata e costrignerebbe me, Dio eterno, a farli misericordia. Ma perché dicevo che questa lagrima dá morte? perché ella è il messo che vi manifesta la vita o morte che fusse nel cuore.

Dicevo che veniva uno vento di coscienzia; e questo fa la divina mia Bontá, che, avendo provato con la prosperitá per