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Sangue che è pagato per lui. Ma se egli s’ indugia, passato el tempo, non ha rimedio veruno, perché non ha riportata la dota che gli fu data da me: dandoli la memoria perché ritenesse i benefizi miei, e lo ’ntelletto perché vedesse e cognoscesse la veritá, e l’affetto perché egli amasse me, veritá eterna, la quale lo ’ntelletto cognobbe.

Questa è la dota che io vi diei, la quale debba ritornare a me Padre. Avendola venduta e sbarattata al demonio, el demonio con esso lui ne va e portane quello che in questa vita acquistò, empiendo la memoria delle delizie e ricordamento di ’disonestá, superbia, avarizia e amore proprio di sé; odio e dispiacimento del prossimo, perseguitatore de’ miei servi. In queste miserie offuscano lo’ntelletto per la disordinata volontá; cosi ricevono, con le puzze loro, pena eternale, infinita pena, perché non satisfecero alla colpa con la contrizione e dispiacimento del peccato.

Si che hai come la pena satisfa alla colpa per la perfetta contrizione del cuore, non per le pene finite. E non tanto la colpa, ma la pena che séguita doppo la colpa, a questi che hanno questa perfezione. E a’ generali, come detto è, satisfa alla colpa, cioè che, privati del peccato mortale, ricevono la grazia; e non avendo .sufficiente contrizione e amore a satisfare a la pena, vanno alle pene del purgatorio, passati dal secondo e ultimo mezzo.

Si che vedi che satisfa per lo desiderio dell’anima unito in me, che so’ infinito bene ; poco e assai, secondo la misura del perfetto amore di colui che dá l’orazione e il desiderio e di colui che riceve. Con quella medesima misura che colui dá a me e l’altro riceve in sé, con quella l’è misurato dalla mia bontá. Si che cresce il fuoco del desiderio tuo, e non lassare punto di tempo che tu non gridi con voce umile e con continua orazione dinanzi da me per loro. Cosi dico a te e al padre dell’anima tua che Io t’ho dato in terra, che virilmente portiate, e morta sia ogni propria sensualitá.