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quale volontá e desiderio si leva al luogo e al tempo ordinato attualmente, agionto a quella continua orazione del santo desiderio. E cosi l’orazione vocale, stando l’anima nella santa volontá, la fará al tempo ordinato; o alcuna volta fuore del tempo ordinato la fa continua, secondo che gli richiede la caritá in salute del prossimo (si come vede il bisogno e la necessitá) e .secondo lo stato che Io l’ho posto.

Ogniuno, secondo lo stato suo, debba adoperare in salute dell’anime secondo el principio della santa volontá. Ciò che aduopera vocalmente e attualmente nella salute del prossimo è uno orare virtuale : poniamo che attualmente, a luogo debito, la facci per sé. E fuore della debita orazione sua, ciò che egli fa nella caritá del prossimo suo, o in ,sé per esercizio che egli facesse attualmente di qualunque cosa si fusse, è uno orare. Si come disse il glorioso mio banditore di Pavolo, cioè che «non cessa d’orare chi non cessa di bene adoperare». E però ti dissi che l’orazione si faceva in molti modi se si vede l’attuale unita con la mentale, perché l’attuale orazione fatta per lo modo detto è fatta con l’affetto della caritá. El quale affetto di caritá è la continua orazione.

Ora t’ho detto in che modo si giogne all’orazione mentale, cioè con l’esercizio e perseveranzia e lassando la vocale per la mentale quando Io visito l’anima. E hotti detto quale è l’orazione comune e la vocale comunemente fuore del tempo ordinato, e l’orazione della buona e santa volontá; e come ogni esercizio in sé e nel prossimo, che fa con buona volontá, fuore dell’ordinato tempo, è orazione. Adunque virilmente l’anima debba speronare se medesima con questa madre dell’orazione. Questo è quello che fa l’anima che è rinchiusa in casa del cognoscimento di sé, gionta all’amore dell’amico e filiale. E se essa anima non tiene i modi detti, sempre rimarrebbe nella tiepidezza e imperfezione sua. E tanto amarebbe, quanto sentisse diletto o utilitá in me o nel prossimo suo.

Santa Caterina da Siena, Libro deila divina dottrina.

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