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l’orazione vocale. Poi, passata la mentale, se ha tempo, può ripigliare quello che proposto s’aveva di dire ; non avendo tempo non se ne debba curare, né venirne a tedio né confusione di mente. Cosi debba fare. Guarda giá che non fusse l’offizio divino, el quale i cherici e religiosi sonno tenuti e obligati di dire ; e non dicendolo, offendono. Essi debbono infino alla morte dire l’offizio suo. E se essi si sentissero, all’ora debita che si debba dire, la mente tratta e levata per desiderio, si debbano provedere di dirlo innanzi o dirlo poi, si che non trapassi che il debito dell’offizio non sia renduto.

D’ogni altra cosa che l’anima cominciasse, la debba cominciare vocalmente per giognere alla mentale. E sentendosi la mente disposta, la debba lassare per la cagione detta. Questa orazione vocale, fatta nel modo che detto t’ho, giognerá ad perfezione; e però non debba lassare l’orazione vocale, per qualunque modo ella è fatta, ma debba andare col modo che detto t’ho. E cosi con l’esercizio e perseveranzia gustará l’orazione in veritá e il cibo del sangue dell’unigenito mio Figliuolo. E però ti dissi che alcuno si comunicava virtualmente del corpo e del sangue di Cristo, benché non sacramentalmente, cioè comunicandosi dell’affetto della caritá, la quale gusta col mezzo della santa orazione, poco e assai, secondo l’affetto di colui che òro.

Chi va con poca prudenzia, e non con modo, poco truova; chi con assai, assai truova ; perché quanto l’anima piú s’ingegna di sciogliere l’affetto suo e legarlo in me col lume dell’intelletto, piú cognosce : chi piú cognosce piú ama ; piú amando, piú gusta.

Adunque vedi che l’orazione perfetta non s’acquista con molte parole, ma con affetto di desiderio, levandosi in me con cognoscimento di sé, condito insieme l’uno con l’altro. Cosi insiememente avará la vocale e la mentale, perché elle stanno insieme si come la vita attiva e la vita contemplativa.

Benché in molti e in diversi modi s’intenda orazione vocale o vuoli mentale: perché po,sto t’ho che’l desiderio santo è continua orazione, cioè d’avere buona e santa volontá. La