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s’empie nella fonte: che, se nel traie fuore, beiendo, el vasello rimane vòtio; ma se egli el beie stando el vasello nella fonte, non rimane vóto, ma sempre sta pieno. Cosi l’amore del prossimo, spirituale e temporale, vuole essere beiuto in me, senza alcuno rispetto.

Io vi richiegio che voi m’amiate di quello amore che Io amo voi. Questo non potete fare a me, però che Io v’amai senza essere amato. Ogni amore, che voi avete a me, m’avete di debito e non di grazia, però che’l dovete fare. E Io amo voi di grazia e non di debito. Adunque a me non potete rendere questo amore che Io vi richiego; e però v’ho posto el mezzo del prossimo vostro, acciò che faciate a lui quello che non potete fare a me, cioè d’amarlo senza veruno respetto, di grazia e senza aspettarne alcuna utilitá. E io reputo che faciate a me quello che fate allui.

Questo mostrò la mia Veritá dicendo a Pavolo, quando mi perseguitava : «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti ?». Questo diceva, reputando che Pavolo perseguitasse me perseguitando e’miei fedeli.

Si che vuole essere schietto questo amore. E con quello amore, che voi amate me, dovete amare loro. Sai a che se n’avede che egli non è perfetto colui che ama di spirituale amore? Se si sente pena affliggitiva quando non gli pare che la creatura, che egli ama, satisfaccia all’amore suo, non parendogli essere amato quanto gli pare amare. Ovvero che egli si vega sottrare la conversazione, o privare della consolazione, o vedendo amare un altro piú di lui.

A questo e a molte altre cose se ne potrá avedere che questo amore in me e nel prossimo e ancora imperfetto, e che questo vasello è beiuto fuore della fonte: poniamo che l’amore abbi tratto da me. Ma perché in me l’aveva ancora imperfetto, però imperfetto el mostra in colui che ama di spirituale amore. Tutto procede perché la radice dell’amore proprio spirituale non era bene dibarbicata.

E però Io permetto spesse volte che ponga questo amore, perché cognosca sé e la ,sua imperfezione per lo modo detto.