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la pietra, ma è posto con disordinato amore nelle creature e nelle cose create, amandole e tenendole fuore di me, ed elle sonno facte come l’acqua che continuamente corre; cosi corre l’uomo come elleno, benché a lui pare che corrano le cose create che egli ama, ed egli è pur elli che continuamente corre verso il termine della morte. Vorrebbe tenere sé, cioè la vita sua e le cose che egli ama, che non corrissero venendoli meno o per la morte che egli lassi loro, o per mia dispensazione che le cose create sieno tolte dinanzi alle creature. Costoro seguitano la bugia tenendo per la via della bugia, e sonno figliuoli del dimonio, el quale è padre delle bugie. E perché passano per la porta della bugia, ricevono etterna dannazione.

Si che vedi ch’io t’ho mostrata la veritá e mostrata la bugia: cioè la via mia che è veritá e quella del dimonio che è bugia.

CAPITOLO XXVIII

Come per ciascuna di queste due strade si va con fadiga, cioè per lo ponte e per lo fiume. E del dilecto che l’anima sente in andare per lo ponte.

— Queste sonno due strade, e per ciascuna si passa con fadiga. Mira quanta è l’ignoranzia e ciechitá dell’uomo, che, essendoli facta la via, vuole tenere per l’acqua. La quale via è di tanto dilecto a coloro che vanno per essa, che ogni amaritudine lo’ diventa dolce e ogni grande peso lo’ diventa leggero. Essendo nella tenebre del corpo, truovano la luce; ed essendo mortali, truovano la vita immortale, gustando per affecto d’amore, col lume della fede, la veritá etterna che promecte di dare refrigerio a chi s’affadiga per me, che so’ grato e cognoscente, e so’ giusto, che a ogniuno rendo giustamente secondo che merita; unde ogni bene è remunerato e ogni colpa punita.

El dilecto che ha colui che va per questa via non sarebbe la lingua tua sufficiente a poterlo narrare, né l’orecchia a poterlo udire, né l’occhio a poterlo vedere; però che in questa vita gusta e participa di quel bene che gli è apparecchiato nella