Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1912 – BEIC 1785736.djvu/48

la natura angelica; e non bastarebbe a voi ad avere la vita perché ’1 Figliuolo mio vi sia facto ponte, se voi non teneste per esso.

CAPITOLO XXIII

Come tutti siamo lavoratori messi da Dio a lavorare ne la vigna de la sancta Chiesa. E come ciascuno ha la vigna propria da se medesimo; e come noi tralci ci conviene essere uniti ne la vera vite del Figliuolo di Dio.

Qui mostrava la Veritá etterna che elli ci aveva creati senza noi, ma non ci sai vara senza noi; ma vuole che noi ci mettiamo la volontá libera, col libero arbitrio exercitando el tempo con le vere virtú. E però subgionse a mano a mano dicendo:

— Tucti vi conviene tenere per questo ponte, cercando la gloria e loda del nome mio nella salute de l’anime, con pena sostenendo le molte fadighe, seguitando le vestigie di questo dolce ed amoroso Verbo. In altro modo non potreste venire a me.

Voi séte miei lavoratori che v’ ho messi a lavorare nella vigna della sancta Chiesa. Voi lavorate nel corpo universale della religione cristiana; messi da me per grazia, avendovi Io dato el lume del sancto baptesmo. El quale baptesmo aveste nel corpo mistico della sancta Chiesa per le mani de’ ministri, e’ quali Io ho messi a lavorare con voi.

Voi séte nel corpo universale, ed essi sonno nel corpo mistico, posti a pascere l’anime vostre, ministrandovi el Sangue ne’ sacramenti che ricevete da lei, traendone essi le spine de’ peccati mortali e piantandovi la grazia. Essi sonno miei lavoratori nella vigna de l’anime vostre, legati nella vigna della sancta Chiesa.

Ogni creatura che ha in sé ragione ha la vigna per se medesima, cioè la vigna de l’anima sua; della quale la volontá col libero arbitrio nel tempo n’è facto lavoratore, cioè mentre che elli vive. Ma poi che è passato el tempo, neuno lavorio può fare, né buono né gattivo; ma mentre che elli vive può lavorare la vigna sua, nella quale Io l’ho messo. E ha ricevuta