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INDICE

I Come l’anima per orazione s’unisce con Dio, e come questa anima, della quale qui si parla, essendo levata in contemplazione, faceva a Dio quattro petizioni 3

II Come el desiderio di questa anima crebbe, essendole mostrato da Dio la necessità del mondo 4

III Come l’operazioni finite non sono sufficienti a punire né a remunerare senza l’affetto della carità continuo 5

IV Come el desiderio e la contrizione del cuore satisfa alla colpa e alla pena in sé in altrui, e come tale volta satisfa alla colpa e none alla pena 6

V Come molto è piacevole a Dio el desiderio di volere portare per lui 11

VI Come ogni virtù e ogni defetto si fa col mezzo del prossimo ivi VII Come le virtù s’aoperano col mezzo del prossimo, e perché le virtù sono poste tanto differenti nelle creature 14

Vili.— Come le virtù si pruovano e fortificano per li loro contrari 17

TRATTATO DELLA DISCREZIONE IX Qui comincia el trattato della discrezione. E prima, come l’affetto non si die ponere principalmente nella penitenzia ma nelle virtù. E come la discrezione riceve vita dall’umilità, e come rende a ciascuno el debito suo 21

X Similitudine come la carità, l’umilità e la discrezione sono unite insieme; alla quale similitudine l’anima si debba conformare 23

XI Come la penitenzia e gli altri esercizi corporali si debbono prendere per strumento da venire a virtù e non per principale affetto. E del lume della discrezione in diversi altri modi e operazioni 24

XII Repetizione d’alcune cose già dette, e come Dio promette refrigerio a’ servi suoi e la reformazione della santa Chiesa col mezzo del molto sostenere 28

XIII Come questa anima per la responsione divina crebbe insiememente e mancò in amaritudine; e come fa orazione a Dio per la Chiesa santa sua e per lo popolo suo 30

XIV Come Dio si lamenta del popolo cristiano, e singularmente de’ ministri suoi, toccando alcuna cosa del sacramento del Corpo di Cristo e del benefizio della Incarnazione 33

XV Come la colpa è più gravemente punita doppo la passione di Cristo che prima, e come Dio promette di fare misericordia al mondo e alla santa Chiesa col mezzo dell’orazione e del patire de’ servi suoi 36

XVI Come questa anima cognoscendo più della divina bontà, non rimaneva contenta di pregare solamente per Io popolo cristiano e per la santa Chiesa, ma pregava per tutto quanto el mondo 38

XVII Come Dio si lamenta delle sue creature razionali e massimamente per l’amore proprio che regna in loro, confortando la predetta anima ad orazione e lagrime 39

XVIII Come ueuno può uscire delle mani di Dio, però che o egli vi sta per misericordia o elli vi sta per giustizia 40

XIX Come questa anima crescendo nell’amoroso fuoco desiderava di sudare di sudore di sangue; e reprendendo se medesima faceva singulare orazione per lo padre dell’anima sua .. 41

XX Come senza tribolazioni portate con pazienzia non si può piacere a Dio; e però Dio conforta lei e il padre suo a portare con vera pazienzia.. 42

XXI. — Come, essendo rotta la strada d’andare al cielo per la disobedienzia d’Adam, Dio fece del suo Figliuolo ponte per lo quale si potesse passare 43

XXII Come Dio induce la predetta anima a raguardare la grandezza d’esso ponte, cioè per che modo tiene dalla terra al cielo 44

XXIII Come tutti siamo lavoratori messi da Dio a lavorare nella vigna della santa Chiesa. E come ciascuno ha la vigna propria da se medesimo; e come noi tralci ci conviene essere uniti nella vera vite del Figliuolo di Dio 45

XXIV Per che modo Dio pota i tralci uniti con la predetta vite, cioè i servi suoi, e come la vigna di ciascuno è tanto unita con quella del prossimo, che neuno può lavorare o guastare la sua che non lavori o guasti quella del prossimo 47

XXV Come la predetta anima, doppo alcune laude rendute a Dio, el prega che le mostri coloro che vanno per lo ponte predetto e quelli che non vi vanno 49

XXVI Come questo benedetto ponte ha tre scaloni, per li quali si significano tre stati dell’anima. E come questo ponte, essendo levato in alto, non è però separato dalla terra. E come s’intende quella parola che Cristo disse: « Se Io sarò levato in alto, ogni cosa trarrò a me » 50

XXVII Come questo ponte è murato di pietre, le quali significano le vere e reali virtù, e come in sul ponte è una bottiga, dove si dà el cibo a’ viandanti; e come chi tiene per lo ponte va ad vita, ma chi tiene di sotto per lo fiume, va ad perdizione e ad morte 52

XXVIII Come per ciascuna di queste due strade si va con fadiga, cioè per lo ponte e per lo fiume. E del diletto che l’anima sente in andare per lo- ponte 54

XXIX Come questo ponte, essendo salito al cielo el di della Ascensione, non si parti però di terra 55

XXX Come questa anima, maravigliandosi della misericordia di Dio, raconta molti doni e grazie procedute da essa divina misericordia alla umana generazione 58

XXXI Della indignità di quelli che passano per lo fiume, di sotto al ponte detto; e come l’anima, che passa di sotto, Dio la chiama arbore di morte, el quale tiene le radici sue principalmente in quattro vizi 60

XXXII Come e’ frutti di questo arbore tanto sono diversi quanto sono diversi e’ peccati. E prima del peccato della carnalitade 62

XXXIII Come el frutto d’alcuni altri è l’avarizia. E de’ mali che procedono da essa.ivi XXXIV Come d’alcuni altri, e’ quali tengono stato di signoria, el loro frutto è ingiustizia 64

XXXV Come per questi e per altri defetti si cade nel falso giudicio. E della indignità nella quale perciò si viene 65

XXXVI.— Qui parla sopra quella parola che disse Cristo quando disse : « Io mandarò el Paraclito che riprenderà el mondo della ingiustizia e del falso giudicio ». E qui dice come una di queste reprensioni è continua 66

XXXVII Della seconda reprensione, nella quale si riprende della ingiustizia e del falso giudicio in generale e in particulare . 68

XXXVIII Di quattro principali tormenti de’ dannati; a’ quali seguitano tutti gli altri e in singularità della laidezza del demonio 69

XXXIX Della terza reprensione, la quale si farà nel di del giudicio 71

XL Come i dannati non possono desiderare alcuno bene . 72

XLI Della gloria de’ beati 73

XLII. Come doppo el giudicio generale crescerà la pena de’ dannati 76

XLIII Della utilità delle tentazioni, e come ogni anima nella estremità della morte vede e gusta el luogo suo, prima che essa anima sia separata dal corpo, cioè o pena o gloria che debba ricevere 79

XLIV Come el demonio sempre piglia l’anime sotto colore d’aicuno bene. E come quelli che tengono per lo fiume, e non per lo ponte predetto, sono ingannati, però che volendo fuggire le pene caggiono nelle pene; ponendo qui la visione d’uno arbore che quest’anima ebbe una volta 81

XLV Come, avendo el mondo per lo peccato germinato spine e triboli, chi sono quelli ad cui queste spine non fanno male, bene che neuno passi questa vita senza pena 83

XLVI De’ mali che procedono dalla cechità dell’occhio dell’intelletto. E come li beni che non sono fatti in stato di grazia non vagliono ad vita eterna 86

XLVII Come non si possono osservare i comandamenti che non si osservino i consigli. E come in ogni stato che la persona vuole essere, avendo santa e buona volontà, è piacevole a Dio . 89

XLVIII.— Come li mondani con ciò che posseggono non si possono saziare; e della pena che dà loro la perversa volontà pur in questa vita 91

XLIX Come el timore servile non è sufficiente a dare vita eterna; e come esercitando questo timore si viene ad amore delle virtù 94

L Come questa anima venne in grande amaritudine per la cechità di quelli che s’annegavano giù per lo fiume 96

LI Come i tre scaloni figurati nel ponte già detto, cioè nel Figliuolo di Dio, significano le tre potenzie dell’anima .. 97

LII Come, se le predette tre potenzie dell’anima non sono unite insieme, non si può avere perseveranzia, senza la quale neuno giogne al termine suo 100

LIII Esposizione sopra quella parola che disse Cristo: «Chi ha sete venga ad me e beia ».ivi LIV Che modo debba tenere generalmente ogni creatura razionale per potere escire del pelago del mondo e andare per lo predetto santo ponte 102

LV Repetizione in somma d’alcune cose già dette 104

LVI Come el timore servile, senza l’amore delle virtù, non è sufficiente a dare vita eterna. E come la legge del timore e quella dell’amore sono unite insieme 106

LVII Come questa devota anima, raguardando nel divino specchio, vedeva le creature andare in diversi modi 107

LVIII Come el timore servile, senza l’amore delle virtù, non è sufficiente a dare vita eterna. E come la legge del timore e quella dell’amore sono unite insieme.ivi LIX Come, esercitandosi nel timore servile, el quale è stato d’imperfezione (per lo quale s’intende el primo scalone del santo ponte), si viene al secondo, el quale è stato di perfezione . 109

LX Della imperfezione di quelli che amano e servono Dio per propria utilità e diletto e consolazione . . 110

LXI In che modo Dio manifesta se medesimo all’anima che l’ama 113

LXII Perché Cristo non disse: « Io manifestarò el padre mio », ma disse: «Io manifestarò me medesimo» 114

LXIII Che modo tiene l’anima per salire lo scalone secondo del santo ponte, essendo già salita el primo 115

LXIV Come, amando Dio imperfettamente, imperfettamente s’ama el prossimo. E de’ segni di questo amore imperfetto . 118

TRATTATO DELL’ORAZIONE LXV Del modo che tiene l’anima per giognere all’amore schietto e liberale. E qui comincia el trattato dell’orazione 123

LXVI Qui, toccando alcuna cosa del sacramento del Corpo di Cristo, dà piena dottrina come l’anima venga dall’orazione vocale alla mentale; e narra qui una visione che questa devota anima ebbe una volta 124

LXVII Dello inganno che ricevono gli uomini mondani, e’ quali amano e servono Dio per propria consolazione e diletto . . 130

LXVIII Dello inganno che ricevono e’ servi di Dio, e’ quali ancora amano Dio di questo amore imperfetto predetto .. 131

LXIX Di quelli e’ quali, per non lassare la loro pace e consolazione, non sovengono al prossimo nelle sue necessitadi . . 133

LXX Dello inganno che ricevono quelli li quali hanno posto tutto el loro affetto nelle consolazioni e visioni mentali . . 135

LXXI Come i predetti, che si dilettano delle consolazioni e visioni mentali, possono essere ingannati ricevendo el demonio transfìgurato in forma di luce. E de’ segni a’ quali si può cognoscere quando la visitazione è da Dio, o dal demonio .. 136

LXXII Come l’anima, che in verità cognosce se medesima, saviamente si guarda da tutti li predetti inganni 137

LXXIII Per che modi l’anima si parte dall’amore imperfetto e giogne all’amore perfetto dell’amico e filiale 139

LXXIV De’ segni a’ quali si cognosce che l’anima sia venuta all’amore perfetto 140

LXXV Come gl’imperfetti vogliono seguitare solamente el Padre, ma i perfetti seguitano el Figliuolo. E d’una visione che ebbe questa devota anima, nella quale si narra di diversi battesmi e d’alcune altre belle e utili cose 141

LXXVI Come l’anima, essendo salita el terzo scalone del santo ponte, cioè pervenuta alla bocca, piglia incontenente l’offizio della bocca. E come la propria volontà essendo morta è vero segno che ella v’è gionta 144

LXXVII Delle operazioni dell’anima poi che è salita el predetto santo terzo scalone 147

LXXVIII Del quarto stato, el quale non è però separato dal terzo; e delle operazioni dell’anima che è gionta a questo stato; e come Dio non si parte mai da essa per continuo sentimento 149

LXXIX Come Dio da’ predetti perfettissimi non si sottrae per sentimento né per grazia, ma si per unione 153

LXXX Come li mondani rendono gloria e loda a Dio, vogliano essi o no 156

LXXXI Come eziandio li demòni rendono gloria e loda a Dio 157

LXXXII Come l’anima, poi che è passata di questa vita, vede pienamente la gloria e loda del nome di Dio in ogni creatura. E come in essa è finita la pena del desiderio, ma non el desiderio 158

LXXXIII Come, poi che santo Paulo appostolo fu tratto a vedere la gloria de’ beati, desiderava d’essere sciolto dal corpo; la qual cosa fanno anche quelli che sono giunti al terzo e al quarto santo stato predetto 159

LXXXIV Per quali cagioni l’anima desidera d’essere sciolta dal corpo. La quale cosa non potendo essere, non discorda però dalla volontà di Dio; ma più tosto si gloria in questa e in ogni altra pena per onore di Dio 161

LXXXV Come quelli che sono gionti al predetto stato unitivo, sono illuminati nell’occhio dell’ intelletto loro di lume sopranaturale infuso per grazia; e come è meglio andare per consiglio della salute dell’anima ad uno umile con santa coscienzia, che a uno superbo litterato 163

LXXXVI Repetizione utile di molte cose già dette; e come Dio induce questa devota anima a pregarlo per ogni creatura e per la santa Chiesa 166

LXXXVII Come questa devota anima fa petizione a Dio di volere sapere delli stati e frutti delle lagrime 168

LXXXVIII Come sono cinque maniere di lagrime 169

LXXXIX Della differenzia d’esse lagrime, discorrendo per li pi'edetti stati dell’anima 170

XC Repetizione breve del precedente capitolo. E come el demonio fugge da quelli che sono gionti a le quinte lagrime. E come le molestie del dimonio sono verace via da giognere a questo stato 175

XCI Come quelli, che desiderano le lagrime degli occhi e non le possono avere, hanno quelle del fuoco. E per che cagione Dio sottrae le lagrime corporali 177

XCII Come li quatro stati di questi predetti cinque stati delle lagrime dànno infinite varietadi di lagrime. E come Dio vuole essere servito con cosa infinita e non con cosa finita .. 179

XCIII Del frutto delle lagrime degli uomini mondani .. 181

XCIV Come li predetti piangitori mondani sono percossi da quattro diversi venti 184

XCV De’ frutti delle seconde e delle terze lagrime 187

XCVI Del frutto delle quarte e unitive lagrime 190

XCVII Come questa devota anima, ringraziando Dio della dechiarazione de’ predetti stati delle lagrime, gli fa tre petizioni . 193

XCVIII Come el lume della ragione è necessario ad ogni anima che vuole a Dio in verità servire. E prima, del lume generale 195

XCIX Di quelli e’ quali hanno posto più el loro desiderio in mortificare el corpo che in uccidere la propria volontà; el quale è uno lume perfetto più che in generale, ed è questo el secondo lume 198

C Del terzo e perfettissimo lume della ragione. E dell’opera che fa l’anima quando è venuta a esso lume. E d’una bella visione che questa devota anima ebbe una volta, nella quale si tratta pienamente del modo da venire ad perfetta purità, e dove anco si parla del non giudicare 199

CI Per che modo ricevono l’arra di vita eterna in questa vita quelli che stanno nel predetto terzo perfettissimo lume . . 204

CII Per che modo si debba reprendere el prossimo, a ciò che la persona non caggia in falso giudizio 206

CIII Come, se, pregando per alcuna persona, Dio la manifestasse, nella mente di chi prega, piena di tenebre, non si debba però giudicare in colpa 207

CIV Come la penitenzia non si dié pigliare per fondamento né per principale affetto, ma l’affetto e l’amore delle virtù . . 209

CV Repetizione in somma delle predette cose, con una agiunta sopra la reprensione del prossimo 211

CVI De’ segni da cognoscere quando le visitazioni e visioni mentali sono da Dio o dal demonio 212

CVII Come Dio è adempitor de’ santi desidèri de’ servi suoi, e come molto gli piace chi dimanda e bussa alla porta della sua Verità con perseveranzia 2x5

CVIII Come questa devota anima, rendendo grazie a Dio, s’umilia. Poi fa orazione per tutto el mondo e singularmente per lo corpo mistico della santa Chiesa e per li figliuoli suoi spirituali e per li due padri dell’anima sua. E, doppo queste cose, dimanda d’udire paiiare de’ defetti de’ ministri della santa Chiesa . . 216

CIX Come Dio rende sollicita la predetta anima all’orazione, rispondendo ad alcuna delle predette petizioni 219

CX Della dignità de’ sacerdoti, e del sacramento del corpo di Cristo. E di quelli che comunicaxxo degnamente e indegnamente 220

CXI Come i sentimenti corporali tutti sono ingannati del predetto sacramento, ma non quelli dell’anima; e però con quelli si debba vedere, gustare e toccare. E d’una bella visione che questa anima ebbe sopra questa materia 225

CXII Della eccellenzia dove l’anima sta, la quale piglia el predetto sacramento in grazia 227

CXIII Come le predette cose, sono dette intorno alla eccellenzia del sacramento, sono dette per meglio cognoscere la dignità de’ sacerdoti. E come Dio richiede in essi maggiore purità che nell’altre creature 228

CXIV Come li sacramenti non si debbono vendere nè comprare, e come quelli che el ricevono debbono sovenire li ministri delle cose temporali, quali essi ministri debbono dispensare in tre parti 229

CXV Della dignità de’ sacerdoti, e come la virtù de’ sacramenti non diminuisce per le colpe di chi gli ministra o riceve. E come Dio non vuole che li secolari s’impaccino di corrèggiarli . . 230

CXVI Come la persecuzione, che si fa alla santa Chiesa o vero a’ ministri, Dio la reputa fatta a sé, e come questa colpa più è grave che neuna altra 232

CXVII Qui si parla contra li persecutori della santa Chiesa e de’ ministri, in diversi modi 236

CXVili Repetizione breve sopra le predette cose della santa Chiesa e de’ ministri 238

CXIX Della eccellenzia e delle virtù e delle operazioni sante de’ virtuosi e santi ministri. E come essi hanno la condizione del sole. E della correzione loro verso de’ sudditi.ivi CXX Repetizione in somma del precedente capitolo; e della reverenzia che si debba rendere a’ sacerdoti, o buoni o rei che siano 247

CXXI De’ difetti e della mala vita degl’iniqui sacerdoti e ministri 249

CXXII Come ne’ predetti iniqui ministri regna la ingiustizia, e singularmente non correggendo i sudditi 252

CXXIII Di molti altri defetti de’ predetti ministri, e singularmente dell’andare per le taverne e del giocare e del tenere le concubine 254

CXXIV Come ne’ predetti ministri regna el peccato contra natura, e d’una bella visione che questa anima ebbe sopra questa materia 256

CXXV Come per gli predetti defetti li subditi non si correggono. E de’ defetti de’ religiosi. E come, per lo non correggere li predetti mali, molti altri ne seguitano 259

CXX VI Come ne’ predetti iniqui ministri regna el peccato della lussuria 263

CXXVII Come ne’ predetti ministri regna l’avarizia, prestando ad usura; ma singularmente vendendo e comprando li benefizi e le prelazioni. E de’ mali che per questa cupidità sono advenuti nella santa Chiesa 267

CXXVIII Come ne’predetti ministri regna la superbia, per la quale si perde el cognoscimento; e come, avendo perduto el cognoscimento, caggiono in questo difetto, cioè che fanno vista di consecrare e non consacrano 272

CXXIX Di molti altri difetti e’ quali per superbia e per l’amore proprio si comettono 276

CXXX Di molti altri difetti e’ quali comettono li predetti iniqui ministri.* 282

CXXXI Della differenzia della morte de’ giusti ad quella de’ peccatori. E prima, della morte de’ giusti 284

CXXXII Della morte de’ peccatori e delle pene loro nel punto della morte 288

CXXXIII Repetizione breve sopra molte cose già dette, e come Dio in tutto vieta che i sacerdoti non siano toccati per le mani de’ secolari, e come invita la predetta anima a piangere sopra essi miseri sacerdoti 294

CXXXIV Come questa devota anima, laudando e ringraziando Dio, fa orazione per la santa Chiesa 296

TRATTATO DELLA PROVIDENZIA CXXXV Qui comincia el trattato della providenzia di Dio. E prima della providenzia in generale, cioè come provide creando l’uomo alla imagine e similitudine sua. E come provide con la incarnazione del Figliuolo suo, essendo serrata la porta del paradiso per lo peccato d’Adam. E come provide dandocisi in cibo continuamente nell’altare 303

CXXXVI Come Dio provide dando la speranza nelle sue creature. E come chi più perfettamente spera, più perfettamente gusta la providenzia sua 306

CXXXVII Come Dio provide nel Testamento vecchio con la legge e co’ profeti; e poi con mandare el Verbo; poi con gli apostoli, co’ martiri e con gli altri santi uomini. Come nulla adiviene alle creature, che tutto non sia providenzia di Dio 309

CXXXVIII Come ciò che Dio ci permette è solamente per nostro bene e per nostra salute. E come sono ciechi e ingannati quelli che giudicano el contrario 310

CXXXIX Come Dio provide in alcuno caso particulare alla salute di quella anima a cui adivenne el caso 313

CXL Qui, narrando Dio la providenzia sua verso de le sue creature in diversi altri modi, si lagna della infedeltà d’esse sue creature. Ed esponendo una figura del vecchio Testamento, dà una utile dottrina.. . 314

CXLI Come Dio provede verso di noi, che noi siamo tribolati per la nostra salute. E della miseria di quelli che si confidano Santa Caterina da Siena, Libro della divina dottrina. in sé e non ne la providenzia sua. E della eccellenzia di quelli che si confidano in essa providenzia 318

CXLII Come Dio provide verso dell’auime dando i sacramenti, e come provede a’ servi suoi affamati del sacramento del corpo di Cristo; narrando come provide più volte, per mirabile modo, verso d’una anima affamata d’esso sacramento 322

CXLIII. — Della providenzia che Dio usa verso di coloro che sono in peccato mortale 326

CXLIV Della providenzia che Dio usa verso di coloro che sono ancora nell’amore imperfetto 328

CXLV Della providenzia che Dio usa verso di coloro che sono nella carità perfetta 333

CXLVI Repetizione breve delle predette cose. Poi parla sopra quella parola che disse Cristo a santo Pietro, quando disse: « Mette la rete dalla parte destra della nave » 337

CXLVII Come la predetta rete la gitta più perfettamente uno che un altro, unde piglia più pesci. E della eccellenzia di questi perfetti 340

CXLVIII Della providenzia di Dio in generale, la quale usa verso le sue creature in questa vita e nell’altra 342

CXLIX Della providenzia che Dio usa verso de’ poveri servi suoi, sovenendoli nelle cose temporali 345

CL Dei mali che procèdono dal tenere o desiderare disordinatamente le ricchezze temporali 348

CLI Della eccellenzia de’ poveri per spirituale intenzione. E come Cristo ci amaestrò di questa povertà non solamente per parole, ma per esemplo. E della providenzia di Dio verso di quelli che questa povertà pigliano 351

CLII Repetizione in somma della predetta divina providenzia 357

CLIII Come questa anima, laudando e ringraziando Dio, el prega che esso le parli della virtù della obbedienzia 358

TRATTATO DELL’OBBEDIENZIA CLIV Qui comincia el trattato dell’obbedienzia. E prima, dove l’obbedienzia si truova, e che è quello che ce la tolle, e quale è il segno che l’uomo l’abbi o no, e chi è la sua compagna e da cui è notricata 363

CLV Come l’obbedienzia è una chiave con la quale si diserra el cielo, e come debba avere el funicello e debbasi portare attaccata alla cintura. E delle eccellenzie sue 366

CLVI Qui insiememente si parla della miseria delli inobbedienti e della eccellenzia delli obbedienti 369

CLVII Di quelli e’ quali pongono tanto amore all’obbedienzia che non rimangono contenti della obbedienzia generale de’ comandamenti, ma pigliano l’obbedienzia particulare 371

CLVIII Per che modo si viene dall’obbedienzia generale alla particulare. E della eccellenzia delle religioni 372

CLIX Della eccellenzia delli obbedienti e della miseria delli inobbedienti, li quali vivono nello stato della religione 377

CLX Come li veri obbedienti ricevono per uno cento e vita eterna. E che s’intende per quello uno e per quello cento 384

CLXI Della perversità, miserie e fadighe dello inobbediente. E de’ miserabili frutti che procedono dalla inobbedienzia . . 385

CLXII Della imperfezione di quelli che tiepidamente vivono nella religione, avengaché si guardino da peccato mortale. E del remedio da uscire della loro tiepiditade 390

CLXIII Della eccellenzia della obbedienzia, e de’ beni che dà a chi in verità la piglia 392

CLXIV Distinzione di due obbedienzie, cioè di quella de’ religiosi e di quella che si rende ad alcuna persona fuore della religione 394

CLXV Come Dio non merita secondo la fadiga dell’obbedienzia né secondo longhezza di tempo, ma secondo la grandezza della carità. E della prontitudine de’ veri obbedienti, e de’ miracoli che Dio ha mostrati per questa virtù. E della discrezione nell’obbedire, e dell’opere e del premio del vero obbediente .. 397

CLXVI Questa è una repetizione in somma quasi di tutto questo presente libro 400

CLXVII Come questa devotissima anima, ringraziando e laudando Dio, fa orazione per tutto el mondo e per la Chiesa santa. E, comendando la virtù della fede, fa fine a questa opera . . 403

Nota 407

Indice dei nomi e delle cose notevoli 443