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umilemente torna a lui, non passionato d’odio, d’ira né di rancore, ma con mansuetudine e benivolenzia.

Questi sonno quelli parvoli che contòe la mia Veritá, quando dixe a’ discepoli, che contendevano insieme qual di loro fusse il maggiore, facendosi venire uno fanciullo, dicendo: — «Lassate li parvoli venire a me, ché di questi cotali è il reame del cielo; e chi non si umiliará come questo fanciullo, cioè che egli abbi la condizione sua, non intrarrá nel reame del cielo». — Però che chi s’aumiliará, carissima figliuola, sará exaitato, e chi sé exalta sará umiliato: anco questo medesimo dixe la mia Veritá. Dunque, giustamente, questi parvoli umili, che per amore si sonno umiliati e facti subditi con vera e sancta obbedienzia, non ricalcitrando a l’ordine e al loro prelato, sonno exaitati da me, sommo ed etterno Padre, co’ veri cittadini della vita beata, dove sonno remunerati d’ogni loro fadiga, e in questa vita gustano vita etterna.

CAPITOLO CLX

Come li veri obedienti ricevono per uno cento e vita eterna. E che s’intende per quello uno e per quello cento.

— Conpiesi in loro la parola che dixe nel sancto Evangelio il dolce e amoroso Verbo, unigenito mio Figliuolo, quando rispose a Pietro, che l’aveva dimandato: — «Maestro, noi aviamo lassato ogni cosa per lo tuo amore e noi medesimi, e aviamo seguitato te: che ci darai?» — La Veritá mia rispose: — «Darò vi per uno cento, e vita etterna possederete». — Quasi volesse dire la mia Veritá: — Ben hai facto Pietro, ché in altro modo non mi potevi seguitare; ma Io in questa vita te ne darò, per uno, cento. — E quale è questo cento, dilectissima figliuola, che, di po’ questo, séguita vita etterna? Di quale intese e dixe la mia Veritá? Di substanzia temporale? No, propriamente (poniamo che alcuna volta ne l’elimosiniere Io facci multiplicare i beni temporali); ma di quali? Di quello che dá la propria sua volontá, che è una