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l’altro, e piacevoli al mondo. Voglia il mondo o no, non possono fare gl’iniqui uomini che non sentano de la piacevolezza di questo suono. Anco, molti e molti con questo lamo e stormento ne rimangono presi: partonsi dalla morte e vengono alla vita.

Tucti e’ sancti hanno preso con questo organo. E1 primo che sonasse in suono di vita fu il dolce e amoroso Verbo, pigliando la vostra umanitá. E con questa umanitá unita con la Deitá, facendo uno dolce suono in su la croce, prese il figliuolo de l’umana generazione, e prese il dimonio, che ne li tolse la signoria che tanto tempo l’aveva posseduto per la colpa sua. Tucti voi altri sonate inparando da questo Maestro. Con questo imparare da lui presero gli appostoli, seminando la parola sua per tucto il mondo; e’ márteri e confessori e doctori e le vergini, tucti pigliavano l’anime col suono loro. Raguarda la gloriosa vergine Orsina, che tanto dolcemente sonò il suo stormento, che solo di vergini n’ebbe undici migliaia, e piú d’altretanti d’altra gente ne prese con questo medesimo suono. E cosi tucti gli altri, chi in uno modo e chi in un altro. Chi n’è cagione? La mia infinita providenzia, che ho proveduto in dar lo’ gli strumenti, e dato l’ho la via e ’l modo con che possino sonare. E ciò eh’ Io do e permetto in questa vita 1’ è via ad augmentare questi stormenti, se essi la vogliono cognoscere, e che non si voglino tollere il lume, con che e’ veggono, con la nuvila de l’amore proprio, piacere e parere di loro medesimi.

CAPITOLO CXLVIII

De la providenzia di Dio in generale, la quale usa verso le sue creature in questa vita e nell’altra.

— Dilarghisi, figliuola, el cuore tuo, e apre l’occhio de l’intellecto col lume della fede a vedere con quanto amore e providenzia Io ho creato e ordinato l’uomo acciò che goda nel mio sommo, etterno bene. E in tucto ho prò veduto, come decto