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debbono vedere che la perfeczione non sta solamente in macerare né in ucidere il corpo, ma in ucidere la propria e perversa volontá. E per questa via della volontá, annegata e sottoposta a la dolce volontá mia, dovete desiderare, e voglio che tu desideri, che tucti vadano.

Questa è la doctrina della luce di quello glorioso lume, dove l’anima corre inamorata e vestita della mia Veritá. E non dispregio però la penitenzia: perché la penitenzia è buona a macerare il corpo quando vuole impugnare contra lo spirito. Ma non voglio però, carissima figliuola, che tu mel ponga per regola a ogniuno. Però che tucti e’ corpi non sonno aguagliati né d’una medesima forte complessione, però che ha piú forte natura uno che un altro; e anco perché spesse volte, si com’ Io ti dixi, adiviene che la penitenzia che si comincia, per molti accidenti che possono adivenire, si conviene lassare. E se ’l fondamento dunque fusse in te, o che tu el dessi altrui, facessi o facessi fare sopra la penitenzia, verrebbe meno e sarebbe imperfecto; e mancarebbevi la consolazione e la virtú ne l’anima. Essendo poi privati di quella cosa che amavate e dove ava vate facto el vostro principio, vi parrebbe essere privati di me, e, parendovi essere privati della mia bontá, verreste a tedio e a grandissima tristizia, amaritudine e confusione. Per questo modo perdareste l’exercizio e la fervente orazione, la quale solevate fare quando faciavate la vostra penitenzia. La quale lassata per molti accidenti che vengono, non vi sa l’orazione di quello sapore che vi sapeva prima. Questo adiverrebbe, perché il fondamento sarebbe facto ne l’affecto della penitenzia e non ne l’ansietáto desiderio: desiderio, dico, delle vere e reali virtú.

Si che vedi quanto male ne seguitarebbe per fare solo el principio nella penitenzia. E però sareste ignoranti e cadreste nella mormorazione verso de’ servi miei, come decto è, e verrestene a tedio e a molta amaritudine, e studiareste di fare solo operazioni finite a me che so’ Bene infinito, e però Io vi richiego infinito desiderio.

Convienvi dunque fare il fondamento in uccidere e annegare la propria volontá, e con essa volontá, sottoposta a la volontá mia, mi darete dolce e afamato e infinito desiderio, cercando