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trarli per amore e col timore, ché per importunitá dirizzassero el cuore ad amare con virtú e non senza virtú; provato con la tribolazione, data perché cognoscano la fragilitá e poca fermezza del mondo; ad alcuni altri, poi che questo non giova, perché v’amo ineffabilemente, do uno stimolo di coscienzia, perché si levino ad aprire la bocca bomicando el fracidume de’ peccati per la sancta confessione. Ma essi, come obstinati, e drictamente riprovati da me per le iniquitá loro (che non hanno voluto ricevere la grazia mia in veruno modo), fugono lo stimolo della coscienzia, e vannolo spassando con miserabili dilecti e dispiacere mio e del proximo loro. Tucto l’adiviene perché è corroda la radice con tucto l’arbore, e ogni cosa l’è in morte, e stanno in continue pene, pianti e amaritudine, come decto è. E se non si correggono mentre che hanno el tempo di potere usare el libero arbitrio, passano da questo pianto dato in tempo finito, e con esso giongono al pianto infinito. Si che il finito lo’ torna ad infinito, perché la lagrima fu gictata con infinito odio della virtú, cioè col desiderio de l’anima, fondato in odio, che è infinito.

Vero è che, se avessero voluto, ne sarebbero esciti mediante la mia divina grazia nel tempo che essi erano liberi, non obstante ch’io dicesse essere infinito: infinito è in quanto l’affecto è essere de l’anima, ma none l’odio e l’amore che fusse ne l’anima; ché, mentre che séte in questa vita, potete amare e odiare, secondo che è di vostro piacere. Ma se finisce in amore di virtú, riceve infinito bene, e se finisce in odio, sta in infinito odio ricevendo l’ecterna dannazione, si come Io ti dixi quando ti contiai che s’annegavano per lo fiume; intanto che non possono desiderare bene, privati della misericordia mia e della caritá fraterna, la quale gustano e’ sancti l’uno con l’altro, cioè della caritá di voi, perregrini viandanti in questa vita, posti qui da me per giognere al termine vostro, di me, vita etterna.

Né orazioni né limosine né verun’altra operazione lor vale: essi sono membri tagliati dal corpo della divina mia caritá, perché, mentre che vissero, non volsero essere uniti a l’obbedienzia de’ sancti miei comandamenti nel corpo mistico della