Pagina:Castinelli - Delle strade ferrate in Toscana,1842.djvu/8


)( 8 )(


13. Se foratolo sotto Seravalle andiamo a Pisa per la Val di Nievole traversando i colli che la dividono dallo stato Lucchese e poi Lucca istessa, percorriamo un paese che è agricola in superlativo grado ed anche manifatturiero. Ma il movimento delle persone dello stato Lucchese verso Firenze e verso Livorno può egli paragonarsi a quello che si opera in tali direzioni nel vicino Val d’Arno inferiore e maritimo? Se il movimento da Lucca è minore e lo è senza dubbio, di ciò si debbono forse accagionare in parte i gravosi pedaggi interposti ai due Stati, ma più ancora le abitudini di lavoro e d’economia della popolazione Lucchese sì agiata che povera, e la perfezione d'ogni arte di necessità dentro i limiti di quel suolo, angusto si ma più accarezzato d’ogni altro dalle mani de’ suoi abitanti, e fecondato dalla loro costante predilezione.

14. Esaminiamo invece il paese che si trova fra Pistoja e Livorno, seguendo una direzione a Ostrolevante. A piè del Monte si apre subito una valle nella quale sono acque in parte stagnanti nell’inverno, perenni ed incanalate fino all’Arno. Migliorata la navigazione di quelle acque (lo che può facilmente ottenersi ed in modo da utilizzarla assai più d’ora in estate) avete i due transiti per le mercanzie e per gli uomini che si danno la mano con reciproco vantaggio fino a Pontedera, per ritrovarsi poi a Livorno. E qui è d’uopo rammentare (vedasi la nota (1)) che quando parlo del vantaggio che il pubblico ritrarrebbe dai due transiti simultanei per acqua e per terra, io suppongo che il Governo ne rilasci la costruzione e la rendita temporaria a uno stesso intraprenditore, o che li ritenga ambidue: senza di che le due imprese si paralizzerebbero vicendevolmente.

La Strada di ferro, passato il Montalbano per mezzo di una galleria, discenderebbe placidamente sopra un viadotto secondo il pendio settentrionale di quel monte1 fino al basso presso Castel Martini, e costeggerebbe poi il Canale

  1. Stephenson nota che forando il Montalbano si trova fra la Valle di Ombrone e il Padule di Fucecchio una differenza di livello di Piedi 140 (braccia 72 <sup>1/2) da consumarsi, com’egli dice, in un tragitto di sole tre miglia, che sarebbe una pendenza di 8,57 per 1000. Ma se (giova il ripeterlo) all’uscir dalla galleria invece di scender verso la Valle della Nievole noi ci sostenghiamo a Oriente sul versante della Giogaja, noi possiamo prolungare la declività per sei o sette miglia, nonchè per tre, avvicinandoci inoltre alla parte più popolata del Paese.
    Questa parte del Progetto sarebbe costosa non v’ha dubbio, ma io la farei precedere ad ogni altro lavoro della Linea Subappennina: poichè il miglioramento di transito che produrrebbe sarebbe tale da dare da per se solo ricco alimento ad una tassa, che potrebbe (se l’integrità della linea ferrata che propongo non fosse per ora combinabile) aggregarsi per esempio al Privilegio della Società Porrettana.