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PASSAG. IN AMERICA 5

chi d’intorno osservammo l’orizzonte coperto di spessi vapori, ed una costa innalzarsi dalla parte del Sud verso la quale eravamo diretti, che aveva l’apparenza di una vicina terra. Ben presto però ne fummo con rammarico disingannati, poiché andando più oltre ci trovammo non meno, che nell’antecedente notte circondati da’ ghiacci) latitudine supposta 47° 50', longitudine 48° 46'). Erano circa due ore dopo il mezzogiorno, e il vento spirava dal Nord-Ovest in nostro favore, quando fummo obbligati a calare quasi tutte le vele, affine di schivare per quanto era possibile di urtar contro quegli orribili massi. La sterminata estensione di ghiacci coperti di neve, che tutta occupavano la superficie del mare fin dove estendevasi la nostra vista, il chiarore dell’atmosfera in cui riflettevasi la bianchezza della neve, e la quantità de’ Vitelli marini, che sorgendo dall’acqua tranquillamente passeggiavano su quegli scogli di ghiaccio, offrivano ai nostri occhi gli orrori di una solitudine affatto nuova. Sono i Vitelli marini1 i più piccioli tra le Foche, e la lor pelle è macchiata di peli or neri, or bruni, ed ora graziosamente variati di bianco: camminano lentamente sul ghiaccio per mezzo de’ loro piedi anteriori strascicando i posteriori, che sono all’estremità del corpo uniti in una specie di coda. Non essendo giammai molestati dagli uomini in quella solitudine poco o nessun caso facevano alle voci, che noi a bella posta ripetevamo per spaventarli, ma anzi


  1. Phoca vitulina. Lin.