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libro primo. 71


Conte. Rispose il Magnifico: Di dechiarirci in qual modo abbia il Cortegiano da usare quelle buone condizioni, che voi avete detto che convenienti gli sono. — Era il signor Prefetto, benchè di età puerile, saputo e discreto, più che non parea che s’appartenesse agli anni teneri, ed in ogni suo movimento mostrava con la grandezza dell’animo una certa vivacità dello ingegno, vero pronostico dello eccellente grado di virtù dove pervenir doveva. Onde subito disse: Se tutto questo a dir resta, parmi esser assai a tempo venuto; perchè intendendo in che modo dee il Cortegiano usar quelle buone condizioni, intenderò ancora quali esse siano, e così verrò a saper tutto quello che infin qui è stato detto. Però non rifiutate, Conte, di pagar‘questo debito, d’una parte del quale già sete uscito. — Non arei da pagar tanto debito, rispose il Conte, se le fatiche fossero più egualmente divise; ma lo errore è stato dar autorità di comandar ad una signora troppo parziale: — e così, ridendo, si volse alla signora Emilia; la qual subito disse: Della mia parzialità non dovreste voi dolervi; pur, poi che senza ragion lo fate, daremo una parte di questo onor, che voi chiamate fatica, ad un altro; — e, rivoltasi a messer Federigo Fregoso, Voi, disse, proponeste il gioco del Cortegiano; però è ancor ragionevole che a voi tocchi il dirne una parte: e questo sarà il satisfare alla domanda del signor Magnifico, dechiarando in qual modo e maniera e tempo il Cortegiano debba usar le sue buone condizioni, ed operar quelle cose che ’l Conte ha detto che se gli convien sapere. — Allora messer Federico, Signora, disse, volendo voi separare il modo e ’l tempo e la maniera delle buone condizioni e ben operare del Cortegiano, volete separar quello che separar non si può, perchè queste cose son quelle che fanno le condizioni buone e l’operar buono. Però, avendo il Conte detto tanto e così bene, ed ancor parlato qualche cosa di queste circostanze, e preparatosi nell’animo il resto che egli avea a dire, era pur ragionevole che seguitasse insin al fine. — Rispose la signora Emilia: Fate voi conto d’essere il Conte, e dite quello che pensate che esso direbbe; e così sarà satisfatto al tutto.

LVI. Disse allor il Camera: Signori, poichè l’ora è tar-