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che la pittura. Ma, oltre alla memoria, sono ancor e la pittura e la statuaria fatte per ornare, ed in questo la pittura è molto superiore; la quale se non è tanto diuturna, per dir così, come la statuaria, è però molto longeva; e tanto che dura, è assai più vaga. — Rispose allor Joanni Cristoforo: Credo io veramente che voi parliate contra quello che avete nell’animo, e ciò tutto fate in grazia del vostro Rafaello; e forse ancor parvi che la eccellenza che voi conoscete in lui della pittura sia tanto suprema, che la marmoraria non possa giungere a quel grado: ma considerate, che questa è laude d’un artefice, e non dell’arte. — Poi soggiunse: Ed a me par bene, che l’una e l’altra sia una artificiosa imitazion di natura; ma non so già come possiate dir che più non sia imitato il vero, e quello proprio che fa la natura, in una figura di marmo o di bronzo, nella qual sono le membra tutte tonde, formate e misurate come la natura le fa, che in una tavola, nella qual non si vede altro che la superficie, e que’ colori che ingannano gli occhi: nè mi direte già, che più propinquo al vero non sia l’essere che ’l parere. Estimo poi, che la marmoraria sia più difficile, perchè se un error vi vien fatto, non si può più correggere, chè ’l marmo non si ritacca, ma bisogna rifar un’altra figura; il che nella pittura non accade, chè mille volte si può mutare, giungervi e sminuirvi, migliorandola sempre.

LI. Disse il Conte ridendo: Io non parlo in grazia di Rafaello; nè mi dovete già riputar per tanto ignorante, che non conosca la eccellenza di Michel’Angelo e vostra e degli altri nella marmoraria: ma io parlo dell’arte, e non degli artefici. E voi ben dite vero, che l’una e l’altra è imitazion della natura; ma non è già così, che la pittura appaja, e la statuaria sia. Chè, avvenga che le statue siano tutte tonde come il vivo, e la pittura solamente si veda nella superficie, alle statue mancano molte cose che non mancano alle pitture, e massimamente i lumi e l’ombre: perchè altro lume fa la carne ed altro fa il marmo; e questo naturalmente imita il pittore col chiaro e scuro, più e meno, secondo il bisogno; il che non può far il marmorario. E se ben il pittore non fa la figura tonda, fa que’ muscoli e membri tondeggiati di sorte