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libro primo. 35


der diversi uomini di tal professione, e, governandosi con quel buon giudicio che sempre gli ha da esser guida, andar scegliendo or da un or da un altro varie cose. E come la pecchia ne’ verdi prati sempre tra l’erbe va carpendo i fiori, così il nostro Cortegiano averà da rubare questa grazia da que’ che a lui parerà che la tenghino, e da ciascun quella parte che più sarà laudevole; e non far come un amico nostro, che voi tutti conoscete, che si pensava esser molto simile al re Ferrando minore d’Aragona, nè in altro avea posto cura d’imitarlo, che nel spesso alzar il capo, torzendo una parte della bocca, il qual costume il re avea contratto così da infirmità. E di questi, molti si ritrovano, che pensan far assai, pur che sian simili ad un grand’uomo in qualche cosa; e spesso si appigliano a quella che in colui è sola viziosa. Ma avendo io già più volte pensato meco onde nasca questa grazia, lasciando quegli che dalle stelle l’hanno, trovo una regola universalissima, la qual mi par valer circa questo in tutte le cose umane che si facciano o dicano più che alcuna altra: e ciò è fuggir quanto più si può, e come un asperissimo e pericoloso scoglio, la affettazione; e, per dir forse una nuova parola, usar in ogni cosa una certa sprezzatura, che nasconda l’arte, e dimostri, ciò che si fa e dice venir fatto senza falica e quasi senza pensarvi. Da questo credo io che derivi assai la grazia: perchè delle cose rare e ben fatte ognun sa la difficoltà, onde in esse la facilità genera grandissima maraviglia; e per lo contrario, il sforzare, e, come sì dice, tirar per i capegli, dà somma disgrazia, e fa estimar poco ogni cosa, per grande ch’ella si sia. Però si può dir quella esser vera arte, che non appare esser arte; nè più in altro si ha da poner studio, che nel nasconderla: perchè se è scoperta, leva in tutto il credito, e fa l’uomo poco estimato. E ricórdomi io già aver letto, esser stati alcuni antichi oratori eccellentissimi, i quali, tra l’altre loro industrie, sforzavansi di far credere ad ognuno, sè non aver notizia alcuna di lettere; e, dissimulando il sapere, mostravan le loro orazioni esser fatte semplicissimamente, e piuttosto secondo che loro porgea la natura e la verità, che lo studio e l’arte: la qual se fosse stata conasciuta, aria dato dubio negli animi