der diversi uomini di tal professione, e, governandosi con quel
buon giudicio che sempre gli ha da esser guida, andar scegliendo
or da un or da un altro varie cose. E come la pecchia
ne’ verdi prati sempre tra l’erbe va carpendo i fiori,
così il nostro Cortegiano averà da rubare questa grazia da
que’ che a lui parerà che la tenghino, e da ciascun quella
parte che più sarà laudevole; e non far come un amico nostro,
che voi tutti conoscete, che si pensava esser molto simile
al re Ferrando minore d’Aragona, nè in altro avea posto
cura d’imitarlo, che nel spesso alzar il capo, torzendo
una parte della bocca, il qual costume il re avea contratto
così da infirmità. E di questi, molti si ritrovano, che pensan
far assai, pur che sian simili ad un grand’uomo in qualche
cosa; e spesso si appigliano a quella che in colui è sola viziosa.
Ma avendo io già più volte pensato meco onde nasca
questa grazia, lasciando quegli che dalle stelle l’hanno, trovo
una regola universalissima, la qual mi par valer circa questo
in tutte le cose umane che si facciano o dicano più che alcuna
altra: e ciò è fuggir quanto più si può, e come un asperissimo
e pericoloso scoglio, la affettazione; e, per dir forse
una nuova parola, usar in ogni cosa una certa sprezzatura,
che nasconda l’arte, e dimostri, ciò che si fa e dice venir
fatto senza falica e quasi senza pensarvi. Da questo credo io
che derivi assai la grazia: perchè delle cose rare e ben fatte
ognun sa la difficoltà, onde in esse la facilità genera grandissima
maraviglia; e per lo contrario, il sforzare, e, come sì
dice, tirar per i capegli, dà somma disgrazia, e fa estimar
poco ogni cosa, per grande ch’ella si sia. Però si può dir
quella esser vera arte, che non appare esser arte; nè più in
altro si ha da poner studio, che nel nasconderla: perchè se
è scoperta, leva in tutto il credito, e fa l’uomo poco estimato.
E ricórdomi io già aver letto, esser stati alcuni antichi oratori
eccellentissimi, i quali, tra l’altre loro industrie, sforzavansi
di far credere ad ognuno, sè non aver notizia alcuna
di lettere; e, dissimulando il sapere, mostravan le loro orazioni
esser fatte semplicissimamente, e piuttosto secondo che
loro porgea la natura e la verità, che lo studio e l’arte: la
qual se fosse stata conasciuta, aria dato dubio negli animi