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28 | il cortegiano |
non che si dicano a quel fine, ma che caggiano talmente a
proposito, che non si possa restar di dirle, e sempre mostrando
fuggir le proprie laudi, dirle pure; ma non di quella maniera
che fanno questi bravi, che aprono la bocca, e lascian
venir le parole alla ventura. Come pochi dì fa disse un de’
nostri, che essendogli a Pisa stato passato una coscia con
una picca da una banda all’altra, pensò che fosse una mosca
che l’avesse punto; ed un altro disse, che non teneva specchio
in camera, perchè quando si crucciava diveniva tanto
terribile nell’aspetto, che veggendosi aria fatto troppo gran
paura a sè stesso. — Rise qui ognuno; ma messer Cesare
Gonzaga soggiunse: Di che ridete voi? Non sapete che Alessandro
Magno, sentendo che opinion d’un filosofo era che
fossino infiniti mondi, cominciò a piangere, ed essendogli
domandato, perchè piangeva, rispose, Perch’io non ne ho
ancor preso un solo; — come se avesse avuto animo di pigliarli
tutti? Non vi par che questa fosse maggior braveria,
che il dir della puntura della mosca? — Disse allor il Conte:
Anco Alessandro era maggior uomo, che non era colui che
disse quella, Ma agli uomini eccellenti in vero si ha da perdonare
quando presumono assai di sè; perchè chi ha da far
gran cose, bisogna che abbia ardir di farle e confidenza di
sè stesso, e non sia d’animo abietto o vile, ma sì ben modesto
in parole, mostrando di presumer meno di sè stesso
che non fa, pur che quella presunzione non passi alla temerità.—
XIX. Quivi facendo un poco di pausa il Conte, disse ridendo messer Bernardo Bibiena: Ricordomi che dianzi dicesti, che questo nostro Cortegiano aveva da esser dotato da natura di bella forma di volto e di persona, con quella grazia che lo facesse così amabile. La grazia e ’l volto bellissimo penso per certo che in me sia, e perciò interviene che tante donne quante sapete ardeno dell’amor mio; ma della forma del corpo sto io alquanto dubioso, e massimamente per queste mie gambe, che in vero non mi pajono così atte com’io vorrei: del busto, e del resto contentomi pur assai bene. Dichiarate adunque un poco più minutamente questa forma del corpo, quale abbia ella da essere, acciò che io possa levarmi