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libro primo. | 27 |
e lo udir musica, e molti altri intertenimenti offertigli, sempre
con dir, così fatte novelluzze non esser suo mestiero; in,
ultimo dicendo la donna; Qual è adunque il mestier vostro?
— rispose con un mal viso, Il combattere; — allora la donna!
subito, Crederei, disse, che or che non siete alla guerra né
in termine di combattere, fosse buona cosa che vi faceste
molto ben untare, ed insieme con tutti i vostri arnesi di battaglia
riporre in un armario, finchè bisognasse, per non rugginire
più di quello che siate; — e così, con molte risa de’ circonstanti,
scornato lasciollo nella sua sciocca prosunzione. Sia
adunque quello che noi cerchiamo, dove si veggon gl’inimici,
fierissimo, acerbo, e sempre tra i primi; in ogni altro loco,
umano, modesto e ritenuto, fuggendo sopra tutto la ostentazione,
e lo impudente laudar sè stesso, per lo quale l’uomo
sempre si cóncita odio e stomaco da chi ode.
XVIII. Ed io, rispose allora il signor Gaspar, ho conosciuti pochi uomini eccellenti in qualsivoglia cosa, che non laudino sè stessi: e parmi che molto ben comportar lor si possa; perchè chi si sente valere, quando si vede non esser per l’opere dagli ignoranti conosciuto, si sdegna che ’l valor suo stia sepolto, e forza è che a qualche modo lo scopra, per non esser defraudato dell’onore, che è il vero premio delle virtuose fatiche. Però, tra gli antichi scrittori, chi molto vale, rare volte si astien da laudar sè stesso. Quelli ben sono intolerabili, che essendo di niun merito, si laudano; ma tal non presumiam noi che sia il nostro Cortegiano. — Allor il Conte, Se voi, disse, avete inteso, io ho biasimato il laudare sè stesso impudentemente e senza rispetto: e certo, come voi dite, non si dee pigliar mala opinion d’un uomo valoroso, che modestamente si laudi; anzi tòr quello per testimonio più certo, che se venisse di bocca altrui. Dico ben che chi, laudando sè stesso, non incorre in errore, nè a sè genera fastidio o invidia da chi ode, quello è discretissimo, ed, oltre alle laudi che esso si dà, ne merita ancor dagli altri; perchè è cosa difficil assai. — Allora il signor Gaspar, Questo, disse, ci avete da insegnar voi.— Rispose il Conte: Fra gli antichi scrittori non è ancor mancato chi l’abbia insegnato; ma, al parer mio, il tutto consiste in dir le cose di modo, che paja