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libro primo. | 23 |
o sia per favor delle stelle o di natura, nascono alcuni accompagnati
da tante grazie, che par che non siano nati, ma che
un qualche dio con le proprie mani formati gli abbia, ed ornati
di tutti i beni dell’animo e del corpo; sì come ancor molti
si veggono tanto inetti e sgarbati, che non si può credere se
non che la natura per dispetto o per ludibrio prodotti gli abbia
al mondo. Questi sì come per assidua diligenza e buona
creanza poco frutto per lo più delle volte posson fare, così
quegli altri con poca fatica vengon in colmo di somma eccellenza.
E per darvi un esempio: vedete il signor don Ippolito
da Este cardinal di Ferrara, il quale tanto di felicità ha portato
dal nascere suo, che la persona, lo aspetto, le parole, e
tutti i suoi movimenti sono talmente di questa grazia composti
ed accomodati, che tra i più antichi prelati, avvenga
che sia giovane, rapresenta una tanto grave autorità, che più
presto pare atto ad insegnare, che bisognoso d’imparare; medesimamente,
nel conversare con uomini e con donne d’ogni
qualità, nel giocare, nel ridere e nel motteggiare tiene una
certa dolcezza e così graziosi costumi, che forza è che ciascun, che
gli parla o pur lo vede gli resti perpetuamente affezionato.
Ma, tornando al proposito nostro, dico, che tra questa
eccellente grazia e quella insensata sciocchezza si trova
ancora il mezzo; e posson quei che non son da natura così
perfettamente dotati, con studio e fatica limare e correggere
in gran parte i difetti naturali. Il Cortegiano adunque, oltre
alla nobiltà, voglio che sia in questa parte fortunato, ed abbia
da natura non solamente lo ingegno, e bella forma di
persona e di volto; ma una certa grazia, e, come si dice, un
sangue, che lo faccia al primo aspetto a chiunque lo vede
grato ed amabile, e sia questo un ornamento che componga
e compagni tutte le operazioni sue, e prometta nella fronte,
quel tale esser degno del commercio e grazia d’ogni gran
signore.
XV. Quivi, non aspettando più oltre, disse il signor Gaspar Pallavicino: Acciò che il nostro gioco abbia la forma ordinata, e che non paja che noi estimiam poco l’autorità dataci del contradire, dico, che nel Cortegiano a me non par così necessaria questa nobilità; e s’io mi pensassi dir cosa