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annotazioni. 337


si viene ad onorare col titolo d’immacolata, e si propone per esempio di costanza e di pudicizia una donna, che già si era data in preda all’amante, e avendosi posta sotto de’ piedi l'interna onestà, e di più la verecondia o verginale o matronale, facea copia liberamente di sè medesima (dall’ultimo atto in fuori) ad un uomo libidinoso e dissoluto. Noi avremmo volentieri tolto via questo racconto scandaloso; ma vedendo, non senza qualche maraviglia, che il Ciccarelli l’avea lasciato, deliberammo di lasciarlo noi parimente, ma di confutarlo altresì colla dovuta censura. Prima dunque d’ogni altra cosa noi diciamo, esser questa narrazione se non falsa, almeno inverisimile affatto, e perciò mancante d’ogni autorità...... Certamente negli antichi secoli della Chiesa non si dovea prestar fede a Paolo Samosateno vescovo di Antiochia, nè agli altri chierici suoi segnaci, i quali, accecati dal diavolo, erano usati di tenersi a fianco nel letto una o talor due vergini a Dio consacrale, scegliendo dal numero di esse le più amabili e per gioventù e per bellezza, comechè protestassero di non trascorrer giammai a verun atto d’impurità. Chi si espone a rischio sì manifesto di peccare, o non ama daddovero la castità, o egli è stolido e prosuntuoso, mettendosi a tentar Dio. Imperciocché tanto è possibile che due di sesso diverso, infiammati di scambievole amore, conversando insieme da solo a solo, anzi nel medesimo letto, si astengano da peccati carnali, quanto è possibile che il fuoco s’accosti alla paglia senza abbruciarla ed incenerirla. Numquid potest homo (dice il Savio nei Proverbii, al capo sesto) abscondere ignem in sinu suo, ut vestimento illius non ardeant? aut ambulare super prunas, ut non comburantur plantæ ejus? Sic qui ingreditur ad mulierem proximi sui, non erit mundus cum tetigerit eam. Ma dato ancor che la donna di cui parla il Castiglione, per paura di morte o d’infamia, così ferma fosse nel suo proposito, che non permettesse in tanto tempo all’amante l’ultimo sfogo de’ suoi sfrenati appetiti: si dovrà perciò ella chiamare uno specchio di pudicizia, immacolata, illibata? Chi tal titolo volesse darle, verrebbe a pesare la pudicizia e l’onestà, per così dire, colla stadera del mugnajo, non colla bilancella dell’orefice. Queste virtù sono di tempera dilicatissima, e somigliano appunto a que’ fiori, che ad ogni fiato di scirocco appassiscono. La verginità e la continenza hanno lor sede principalmente nell’animo; ma quando poi una donna non disdice all’amante i baci, gli abbracciamenti, e l’altre sì fatte domestichezze, quand’anche più oltre non passi, queste nobilissime doti già sono affatto dissipate e perdute, nè altro di esse rimane che l’ombra sola e l’apparenza, la quale può bene ingannare la corta vista degli nomini, ma non sfuggire gli occhi penetranti ed acutissimi del grande Iddio. Omnis qui viderit mulierem ad concupiscendum eam, jam mœchatus est eam In corde suo, grida il Signore nel Vangelo (Matth. V, 32). Così ancora adunque mulier quae viderit virum ad concupiscendum eum; molto più quæ tetigerit, quae amplexa fuerit, quae se illi contrectandam præbuerit. Costei, oltre ai proprii peccati, venne a farsi complice