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E piaccia a Dio, che questo animo eccelso e glorioso rivolga gli alti suoi pensieri a danni degli perfidi avversarii di Cristo; chè in vero un tanto Principe ragionevolmente sdegnar si deve di vincere minor nemico che un re di Asia e tutto l’Oriente, e far minor effetto che rimover dal mondo una così inveterata e potente setta, com’è la Maumettana. Nè ad altro più si conviene vendicare le ingiurie fatte alla fede di Cristo, che al Re Cristianissimo; e se questo nome meritamente si hanno acquistalo i suoi maggiori con le gloriose opere, e con tante vittorie che sempre saranno celebratissime, esso deve chiaramente mostrare a tutto il mondo di essere degno successore non solamente dello stato e del nome, ma ancora delle vertuti. E certo niente di più hanno avuto di grandezza, di regno, di tesoro, di uomini, li altri regi di Francia, che s’abbia questo; forse molto meno di valor d’animo e di buona fortuna, sotto l’ale della quale sempre felicemente combatteranno tutti quelli che seguir lo vogliono: e pur tante volte hanno portate le lor vittoriose insegne in Oriente, con gravissimo danno degl’Infideli. Chè, lasciando li maravigliosi fatti di Carlo Magno, molti altri principi della nazione franzese, come Gottifredo, Balduino, Ugo, passorno in Asia, e per forza d’arme soggiogorno dal Bosforo e Propontide fino allo Egitto, e nella santa città di Jerusalem posero la sede del suo regno. Ragione è adunque, che questo magnanimo principe s’indirizzi a tanta gloria non per esempii alieni, ma domestici, e segua gli onorati vestigi de’ suoi maggiori: dalli quali se l’Asia è stata con l’arme acquistata, e molti anni posseduta, non so come esso essendo vero crede, possa restar di non recuperarla dalle mani di chi con tanta ignominia, del nome cristiano la tiene occupata. E se lo acceso desiderio di gloria dentro nel magnanimo cuor del Cristianissimo così si nutrisce, come a tutto il mondo pare, debbesi sforzar di provedere, che una tal occasione di farsi immortale non gli sia di mano tolta: perchè niuna espedizione al mondo ha in sè tanto di laude e di onore, e così poco di fatica. Nè dirò quanto più vaglia la nostra milizia che la loro, e come in quella regione siano pochissimi lochi forti, e che tutta la Grecia e la maggior