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302 | il cortegiano |
via che al ciel conduce; e drieto a quello, spogliandoci gli
affetti che nel descendere ci eravamo vestiti, per la scala che
nell’infimo grado tiene l’ombra di bellezza sensuale ascendiamo
alla sublime stanza ove abita la celeste, amabile e vera
bellezza, che nei secreti penetrali di Dio sta nascosta, acciò
che gli occhi profani veder non la possano: e quivi trovaremo
felicissimo termine ai nostri desiderii, vero riposo nelle
fatiche, certo rimedio nelle miserie, medicina saluberrima
nelle infermità, porto sicurissimo nelle torbide procelle del
tempestoso mar di questa vita.
LXX. Qual sarà adunque, o AMOR santissimo, lingua mortal che degnamente laudar ti possa?71 Tu, bellissimo, buonissimo, sapientissimo, dalla unione della bellezza e bontà e sapienza divina derivi, ed in quella stai, ed a quella per quella come in circolo ritorni. Tu dolcissimo vincolo del mondo, mezzo tra le cose celesti e le terrene, con benigno temperamento inclini le virtù superne al governo delle inferiori, e, rivolgendo le menti de’ mortali al suo principio, con quello le congiungi. Tu di concordia unisci gli elementi, muovi la natura a produrre, e ciò che nasce alla succession della vita. Tu le cose separate aduni, alle imperfette dai la perfezione, alle dissimili la similitudine, alle inimiche l’amicizia, alla terra i frutti, al mar la tranquillità, al cielo il lume vitale. Tu padre sei de’ veri piaceri, delle grazie, della pace, della mansuetudine e benivolenza, inimico della rustica ferità, della ignavia, in somma principio e fine d’ogni bene. E perchè abitar ti diletti il fior dei bei corpi72 e belle anime, e di là talor mostrarti un poco agli occhi ed alle menti di quelli che degni son di vederti, penso che or qui fra noi sia la tua stanza. Però degnati, Signor, d’udir i nostri prieghi, infondi te stesso nei nostri cori, e col splendor del tuo santissimo foco illumina le nostre tenebre, e come fidata guida in questo cieco labirinto mostraci il vero cammino. Correggi tu la falsità dei sensi, e dopo ’l lungo vaneggiare donaci il vero e sodo bene; facci sentir quegli odori spirituali che vivifican le virtù dell’intelletto, ed udir l’armonia celeste talmente concordante, che in noi non abbia loco più alcuna discordia di passione; inebriaci tu a quel fonte inesausto di