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292 | il cortegiano |
pioggia si fabricasse un tempio, non parrebbe che senza il
colmo aver potesse dignità o bellezza alcuna.
LIX. Dassi adunque molta laude, non che ad altro, al mondo, dicendo che gli è bello; laudasi, dicendo: Bel cielo, bella terra, bel mare, bei fiumi, bei paesi, belle selve, al‘peri, giardini; belle città, bei tempii, case, eserciti. In somma, ad ogni cosa dà supremo ornamento questa graziosa e sacra bellezza; e dir si può che ’l buono e ’l bello, a qualche modo, siano una medesima cosa, e massimamente nei corpi umani; della bellezza de’ quali la più propinqua causa estimo io che sia la bellezza dell’anima, che, come partecipe di quella vera bellezza divina, illustra e fa bello ciò ch’ella tocca51, e specialmente se quel corpo ov’ella abita non è di così vil materia, ch’ella non possa imprimergli la sua qualità; però la bellezza è il vero trofeo della vittoria dell’anima, quando essa con la virtù divina signoreggia la natura materiale, e col suo lume vince le tenebre del corpo. Non è adunque da dir che la bellezza faccia le donne superbe o crudeli, benchè così paja al signor Morello; nè ancor si debbono imputare alle donne belle quelle inimicizie, morti, distruzioni, di che son causa gli appetiti immoderati degli uomini. Non negherò già che al mondo non sia possibile trovar ancor delle belle donne impudiche, ma non è già che la bellezza le incline alla impudicizia; anzi le rimove, e le induce alla via dei costumi virtuosi, per la connession che ha la bellezza con la bontà; ma talor la mala educazione, i continui stimoli degli amanti, i doni, la povertà, la speranza, gl’inganni, il timore e mille altre cause, vincono la costanza ancora delle belle e buone donne; e per queste o simili cause possono ancora divenir scelerati gli uomini belli. —
LX. Allora messer Cesar, Se è vero, disse, quello che jeri allegò il signor Gaspar, non è dubio che le belle sono più caste che le brutte. — E che cosa allegai? disse il signor Gaspar. — Rispose messer Cesare: Se ben mi ricordo, voi diceste che le donne che son pregate, sempre negano di satisfare a chi le prega; e quelle che non son pregate, pregano altrui. Certo è che le belle son sempre più pregate e sollecitate d’amor che le brutte; dunque le belle